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La scuola è più buona se la scelta è libera

Un video ideato e promosso dall’Associazione Mariapaola Albertario spiega perché la libera scelta tra scuola pubblica e paritaria sia un vantaggio per i cittadini e lo Stato

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Nel dramma del tempo presente, caratterizzato dalla follia esplosiva dell’odio e della violenza per mano di giovani integralisti, anche provenienti da Paesi democratici e “liberi”, oltre che da famiglie benestanti, in Italia ci dobbiamo chiedere quale sia l’antidoto a questo dramma culturale impregnato di ignoranza, mancanza di spirito critico, assenza di vera umanità, dimenticanza delle proprie autentiche radici…
Una nazione che non favorisca la libertà di scelta della famiglia, nucleo primario della vita, è destinata ad essere fagocitata anche solo dal clima di terrore e di incertezza che – a scadenza quasi continua – viene alimentato da azioni violente senza senso. Qual è il vero bene per la famiglia italiana?
Sicuramente, oggi, un’attenzione vigile alla ricchezza maggiore che ha, i propri figli, e al diritto supremo di scegliere liberamente, in una pluralità di offerta formativa controllata e garantita dallo Stato, la buona scuola pubblica paritaria o statale, coerente con i propri principi, come avviene in tutta Europa ad eccezione della Grecia e dell’Italia.
Lo strumento – secondo un’ampia convergenza di studiosi di economia e di diritto – è sicuramente la definizione del costo standard per alunno, che consentirebbe l’assoluta copertura di tutte le esigenze reali della scuola italiana, l’eliminazione dello spreco, il potenziamento delle buone pratiche e il sostegno educativo alle aree più svantaggiate del Paese.
Già da qualche anno l’Associazione Mariapaola Albertario (www.amamarcelline.it) presidente Maria Chiara Parola (coautrice del Diritto di Apprendere insieme a Marci Grumo e sr Anna Monia Alfieri) sostiene la riflessione su questi temi, essendo stata fondata con lo scopo di favorire il dialogo a 360° – ciascuno per il proprio ambito – tra la famiglia, i responsabili della scuola, i promotori del carisma educativo di riferimento che dà vita alla formazione e all’educazione dei giovani.
Il video “Buona la scuola se in libera scelta” è frutto di questa partnership e di una riflessione che, cinque anni prima della legge sulla Buona Scuola, si è concretizzata in due saggi sui tre temi fondanti: il diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia, la necessità di una intelligente spending review per la Buona Scuola, la definizione del costo standard per alunno, chiave di volta e prerequisito strutturale affinché si realizzino i primi due obiettivi.
I saggi hanno avuto un successo straordinario e sono attualmente in ristampa: Alfieri, Moltedo, Parola: “La buona scuola Pubblica per tutti, statale e paritaria”, Laterza 2010; Alfieri, Grumo, Parola: “Il diritto di apprendere.
Nuove linee di investimento per un sistema integrato”, prefazione del Ministro dell’Istruzione Giannini, Giappichelli 2015, quest’ultimo recensito da ZENIT il 7 novembre 2015, oltre che da altre 60 testate italiane, e presentato all’Università La Sapienza di Roma il 15 giugno 2016.
Nel video “Buona la Scuola se il libera scelta” si spiega: “Ci sono tanti tipi di Libertà. Libertà di pensiero, Libertà di movimento. Libertà di riunione. Libertà di opinione. Libertà di scelta. Libertà nostra. Libertà degli altri. Forse alcune sembrano più importanti di altre.  Ma non dimentichiamo che quando solo una di queste viene a mancare, tutte le altre sono messe in discussione”.
Il nostro Stato con grande profondità e lungimiranza ha colto l’importanza della tematica e già nel ‘48 ha inserito nella costituzione gli art 30 e 33 mirati a riconoscere il pluralismo di offerta formativa.
Nel 2000 con la Legge 62  del 10 marzo lo Stato ha definito che il servizio nazionale di istruzione comprende le scuole pubbliche, paritarie e statali. Non è pubblico ciò che è statale è pubblico ciò che serve a tutti.
Tanti Paesi Europei ci hanno seguito e ahimé superato, dimostrando non solo la validità del principio, ma anche del modello.
In 10 Paesi europei le scuole paritarie ricevono finanziamenti pubblici che coprono più dell’80% dei costi annuali. In altri 4 Paesi più del 60% e altri 3 Paesi hanno più del 40% di sovvenzioni.
La scuola Paritaria in Italia, invece, riceve meno del 40% del finanziamento, classificandosi all’ultimo posto davanti alla Grecia. E i risultati parlano chiaro.
Nei Paesi dove il finanziamento è concesso, si producono due importanti vantaggi: ai cittadini è riconosciuta una Libertà in più, lo Stato spende meno. Sovvenzioni più eque fanno sì che in Paesi come la Norvegia, la Finlandia, la Svezia l’accesso alle scuole pubbliche, statali e private sia ugualmente garantito.
Anche Francia e Danimarca rientrano nelle medie OCSE e UE per dare maggiori possibilità a tutti. Lo Stato Italiano invece interviene quasi completamente per le scuole pubbliche statali. Ma non è una questione di soldi…non si tratta di finanziamenti a privati…
Noi ci stiamo battendo per.. l’applicazione della Legge, la libera concorrenza fra le offerte formative pubbliche, il pluralismo educativo, una realtà meno classista e discriminatoria.
Ci impegniamo a.. sostenere il diritto costituzionale della Famiglia, garantendo la Libertà di scelta educativa per i figli in una pluralità di proposte formative: BUONA la scuola pubblica statale e BUONA la scuola pubblica paritaria.
Noi vogliamo che …lo Stato si impegni a:

  • Investire nel capitale umano individuando il costo standard per la formazione degli studenti.
  • garantire un Sistema Nazionale di Istruzione pluralista e di qualità, con organi collegiali efficienti e insegnanti all’altezza delle mansioni.
  • Eliminare gli sprechi attivando un progetto di controllo dei bilanci di tutte le scuole, che diventino pubblici, ottenendo migliori risultati senza aumentare le tasse, ma amministrandole meglio.

Questo progetto potrà contrastare la crisi del Welfare italiano perché cambiare in modo concreto il futuro di chi studia e vuole avere mezzi migliori per formarsi, rilancerà anche l’Italia che ha bisogno  di tornare a crescere.
Noi vogliamo che … lo Stato Italiano da gestore dell’Istruzione diventi Garante della libera educazione!

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Anna Monia Alfieri

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