Oltre alla strage di Dacca, in Bangladesh, lo scorso fine settimana è stato segnato anche dagli attentati avvenuti domenica a Baghdad, dove l’Isis ha rivendicato lo scoppio di due autobombe tra la folla sciita festante per la fine del Ramadan. Lo ha ricordato con la preghiera il Papa, al termine dell’Angelus di ieri. Il bilancio nelle ultime ore è salito ad oltre 200 morti, tra i quali almeno 25 bambini.
Il primo attacco è stato perpetrato nel quartiere di Karada, a maggioranza sciita, dove un kamikaze ha fatto deflagrare un mezzo carico di esplosivo davanti un centro commerciale affollato di persone. Era da poco passata la mezzanotte, folle di persone si erano riversate nel centro per passare in allegria la fine del Ramadan. Tante le famiglie con bambini. Almeno 100 le vittime.
Il luogo dell’attentato è stato visitato ore dopo dal primo ministro iracheno Haider al-Abadi, accolto – hanno riferito i media locali – da una folla inferocita contro il governo accusato di non saper garantire la sicurezza. La rivendicazione da parte dell’Isis è avvenuta immediatamente, attraverso un sito gestito da miliziani del Califfato.
Nessuna rivendicazione è stata rilasciata finora al secondo attacco, avvenuto a Shaba, area a nord di Baghdad. Un ordigno esplosivo ha ucciso almeno cinque persone e ne ha ferite più di quindici. Secondo i media locali, le modalità di questo secondo attentato lasciano supporre che gli autori siano sempre i terroristi dell’Isis. In Iraq quello di ieri viene già definito il più sanguinoso attacco nel Paese dal 2007. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale.
Sulla strage si è espresso il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, che questa mattina ha visitato i luoghi teatro dell’attacco. Ad Asia News, il patriarca ha sottolineato che lo Stato islamico non pensa più “alla geografia”, al controllo del territorio, perché “ha perso” sul piano militare; adesso il suo obiettivo “è colpire dappertutto, mietere più vittime possibili”, lanciare il messaggio secondo cui “il mondo intero è di loro dominio”.
“Questa ideologia è una vera e propria bomba atomica” ha affermato Sako, che ha riferito dell’orrore riscontrato durante la sua visita mattutina: “Ho visto genitori cercare i propri figli fra le macerie… Erano disperati perché non li trovavano. Ho acceso qualche candela, poi ho pregato con loro, con queste famiglie, condannando questa strage contro l’umanità, contro la religione…”.
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Iraq. Strage a Baghdad: il peggior attentato dal 2007
Il bilancio dei due attacchi terroristici avvenuti ieri sale a oltre 200 morti, di cui almeno 25 bambini. L’Isis rivendica quello più sanguinoso