Foto CCEE

Integrare, dialogare, generare: tre parole chiave anche per i Vescovi europei

Si è concluso a Berlino, il 44° incontro dei Segretari generali delle Conferenze episcopali in Europa. Le politiche migratorie al centro delle sessioni di lavoro

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Il 44° incontro dei Segretari generali delle Conferenze episcopali in Europa, si è svolto quest’anno in Germania a Berlino dal 30 giugno al 3 luglio, su invito del Segretario della Conferenza episcopale tedesca (DBK), padre Hans Langendörfer SJ.
Nell’anno della misericordia e tenendo in mente le tre parole chiavi (integrare, dialogare, generare) con cui papa Francesco aveva indicato la vocazione dell’Europa nel giorno in cui riceveva il Premio Carlo Magno, i segretari generali hanno discusso di solidarietà con i migranti e i rifugiati (integrare), con le famiglie (dialogare) e tra le conferenze episcopali del continente (generare). Le sessioni si sono svolte tenendo presente l’esito referendario del Brexit e gli interrogativi che oggi animano le discussioni sul futuro dell’Unione Europea.
Ad aprire i lavori, il Segretario generale del CCEE, mons. Duarte da Cunha, che nel suo saluto iniziale ha ricordato come il CCEE, prima di essere una struttura ecclesiale, è un’occasione, una palestra, dove i vertici della Chiesa in Europa possono esercitare il discernimento comunitario, cui spesso chiama Papa Francesco, volto a individuare le reali priorità della società, e di riflesso, della Chiesa in Europa.
Successivamente, padre Hans Langendörfer SJ, ha presentato la Chiesa in Germania. Con una popolazione di circa 81.1 milioni di abitanti – di cui 6 milioni sono stranieri – la Germania rimane una nazione in cui oltre la metà degli abitanti si confessa di religione cristiana. Insieme, la Chiesa Evangelica (EKD) e la Chiesa cattolica sono le istituzioni con maggiori impiegati nel territorio tedesco.
Incontrando e presiedendo l’eucaristia con i segretari generali, il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca e Presidente della Comece, si è soffermato sull’intimo rapporto che lega il cristianesimo e la Chiesa all’Europa. “Abbiamo bisogno di un rinnovamento dell’evangelizzazione – ha dichiarato il cardinale Marx – Per questo è necessario unire insieme il Vangelo e il nostro impegno per l’Europa. Il Vangelo è, infatti, il messaggio centrale per il continente europeo. Non possiamo capire l’Europa senza la nostra fede, il Vangelo, e non possiamo comprendere la Chiesa senza la storia della libertà che abbiamo sperimentato in questo continente. La via della Chiesa non è una ‘riconquista’ o un castello che deve essere difeso. Il cammino della Chiesa è la missione di incoraggiare e guidare le persone a una gestione responsabile del dono della libertà”.
Nella mattina di venerdì 1 luglio, è stato affrontato il tema della solidarietà nei confronti dei migranti e rifugiati, quella espressa nelle numerose esperienze di accoglienza e d’integrazione promosse dalla Chiesa, ma anche nelle sue implicazioni nei rapporti con gli Stati. La sessione ha visto il contributo del Ministro federale degli Interni della Repubblica Federale di Germania, Thomas De Maizière, che si è soffermato sulla politica migratoria messa in opera dal Governo tedesco e sulle difficoltà dovute al linguaggio con cui si parla del fenomeno “che non tocca più il cuore e la mente” tanto dei cittadini europei che dei migranti in cerca di nuova casa. Troppo spesso, riconoscono i segretari generali, si parla del fenomeno migratorio in termini di “crisi” anziché di opportunità per le nostre nazioni, con una enfasi eccessiva e parole che non corrispondono ai fatti, ai numeri o alla realtà.
La Germania, come molti paesi europei, riconosce il contributo “eccezionale” della Chiesa nella risposta generosa all’emergenza degli immigrati. Al tempo stesso, però, le politiche migratorie sono spesso ispirate ad una lettura per lo più “economica” del fenomeno, trascurando le vere cause all’origine.
La sessione di lavoro sulle sfide delle migrazioni si è poi conclusa con gli interventi del Patriarca di Antiochia dei Siro-Cattolici, Ignazio Giuseppe III Younan, e del delegato del SCEAM-SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar) Mons. Jean-Vincent Ondon, Vescovo d’Oyem (Gabon) che hanno portato la testimonianza delle sofferenze e dei bisogni di quanti arrivano in Europa con la speranza di essere accolti. Il Patriarca di Antiochia, in particolare, ha testimoniato la sua incomprensione di fronte all’inerzia dei politici occidentali davanti al dilagare dell’Islam politico e della sharia. Dal canto suo, monsignor Ondon ha denunciato il triste destino di tutti coloro che finiscono ammassati in “squallidi campi profughi”, alla mercé dei loro “sfruttatori”.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, una sessione di lavoro è stata dedicata alla solidarietà con le famiglie alla luce dell’esortazione Amoris laetitia. Ad introdurre il tema è stato l’arcivescovo di Berlino, mons. Heiner Koch, presidente della Commissione per il Matrimonio e la Famiglia della DBK, e partecipante al Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, nell’ottobre 2015. Secondo mons. Koch, la sfida maggiore è quella di fare comprendere a una popolazione che non si sente interpellata dal fenomeno religioso il significato della sacramentalità del matrimonio.
Successivamente, il Segretario del CCEE ha presentato un breve rapporto su quanto le diverse conferenze episcopali stanno realizzando per applicare le indicazioni presenti nell’Esortazione di Papa Francesco. Ne emerge che le conferenze episcopali sono particolarmente attente ai cammini di preparazione al matrimonio e a porre la famiglia come origine e fine di tutta l’azione pastorale della Chiesa. Al tal fine, si rivela sempre più necessario istituire un dialogo tra pastorale giovanile e la pastorale familiare.
Successivamente, il Nunzio Apostolico in Germania, l’arcivescovo Nikola Eterović, già Segretario generale del Sinodo dei Vescovi (2004-2013), si è soffermato sulla prassi della sinodalità (il ‘camminare insieme’) nella Chiesa. La sinodalità è allo stesso tempo un’attitudine e una prassi ecclesiale, resa concreta attraverso la struttura del Sinodo dei Vescovi.
Come testimonianza di questo “camminare insieme”, la discussione è poi proseguita sabato 2 luglio con i rapporti del CCEE e della Comece, i due organismi ecclesiali europei preposti alla comunione tra l’episcopato del continente, e gli interventi di quattro segretari generali che hanno declinato il tema della solidarietà tra le conferenze episcopali.
I lavori si sono conclusi domenica 3 luglio con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Koch nella cattedrale di Berlino.
 

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ZENIT Staff

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