Brexit: leader religiosi condannano escalation di violenza

A seguito delle 331 aggressioni xenofobe occorse in una settimana, il cardinale Nichols, il primate anglicano Welby, il Gran Rabbino e il Maulana lanciano un appello dalle colonne del Times

Share this Entry

Cattolici, anglicani, ebrei e musulmani. Tutti uniti contro la xenofobia e per l’unità della nazione. A poco più di una settimana dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE, una lettera aperta pubblicata sul Times di Londra, condanna fermamente gli episodi di violenza razzista verificatisi nel paese dopo il referendum sulla Brexit.
“In questo tempo di incertezza, la gente ha bisogno di punti di riferimento, ma questo non è un valido motivo per cedere alla diffidenza verso l’altro”, si legge nella lettera firmata a quattro mani dal cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westiminster e presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, dal primate anglicano Justin Welby, dal Gran Rabbino, Ephraim Mirvis e dal Maulana Syed Ali Raza Rizvi.
“Quando non riusciamo ad avere il controllo di una situazione ognuno di noi cede all’istinto di scaricare sugli altri le colpe per le ingiustizie che ritiene di avere subito”, scrivono i leader religiosi.
“Oggi – prosegue la lettera – ci appelliamo a tutti i cittadini del nostro grande Paese a riconoscere le proprie responsabilità personali delle sue azioni, invece di evitarle cercando capri espiatori e a contrastare i pregiudizi razziali e comunitari ovunque si manifestino, assicurando che il Paese resti più che mai unito”.
Chiarissimo il riferimento alle 331 aggressioni fisiche o verbali a sfondo xenofobo, verificatesi nella sola settimana dal 23 al 30 giugno, laddove la media è di 63 a settimana.
In un’intervista alla BBC, il cardinale Nichols ha condannato gli episodi di violenza, richiamando le responsabilità degli ultimi governi britannici che avrebbero lasciate sole le chiese e le comunità religiose ad affrontare le tensioni sociali cagionate dall’immigrazione.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione