Giancarlo, di cinque anni, voleva tutti i giorni e più volte al giorno giocare col papà. Vari erano i giochi che gli venivano proposti, ma il gioco preferito e più gettonato era il gioco cosiddetto della “fiducia”.
Si svolgeva in tre fasi: Giancarlo, in piedi su un tavolo, doveva gettarsi fra le braccia del papà, sempre e solo quando il papà lo invitava con la parola: “Eccomi”.
Nella seconda fase il gioco richiedeva maggior fatica per il piccolo Giancarlo, perché quando gli arrivava l’invito “eccomi”, s’accorgeva che il papà si staccava sempre più dal tavolo o fingeva addirittura di non prestare attenzione al tuffo del figlio.
Nella terza fase dell’allenamento, il gioco della fiducia diventava severo e impegnativo: il bambino doveva gettarsi tra le braccia del padre, ma ad occhi bendati.
La fiducia di Giancarlo verso il papà si rafforzò sempre più, anche perché il papà non mancava mai di fargli trovare le sue forti braccia, prima che toccasse terra.
Alla fine del gioco, alla fine della vita mia e tua, ci aspetta un grande abbraccio di riconoscenza del Padre per la fiducia del figlio.
Ciao da p. Andrea
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Familgia / Pixabay CC0 - AdinaVoicu, Dominio Pubblico
Eccomi
Alla fine del gioco, della vita mia e tua, ci aspetta un grande abbraccio di riconoscenza del Padre per la fiducia del figli