“Preghiamo per le vittime, per i familiari e per il caro popolo turco. Il Signore converta i cuori dei violenti e sostenga i nostri passi sulla via della pace”. Così Papa Francesco ha pregato durante l’Angelus di ieri per i morti del drammatico attentato di martedì sera all’aeroporto di Instanbul – oltre 40 secondo le ultime stime – che il Pontefice non ha esitato a stigmatizzare come “efferato attacco terroristico”.
Bergoglio ha poi dedicato la sua catechesi prima della preghiera mariana ai Santi Pietro e Paolo, nel giorno della loro Festa: Pietro “l’umile pescatore” e Paolo il “maestro e dottore”, che “per amore di Cristo lasciarono la loro patria e, incuranti delle difficoltà del lungo viaggio e dei rischi e delle diffidenze che avrebbero incontrato, approdarono a Roma”. “È l’intera Chiesa universale che guarda ad essi con ammirazione considerandoli due colonne e due grandi luci che brillano non solo nel cielo di Roma, ma nel cuore dei credenti di Oriente e di Occidente”, ha detto.
Oggi, ha proseguito il Pontefice, “Pietro e Paolo ritornano idealmente tra di noi, ripercorrono le strade di questa Città, bussano alla porta delle nostre case, ma soprattutto dei nostri cuori” per annunciare ancora una volta Gesù “il suo amore misericordioso, la sua consolazione, la sua pace”.
Allora, è l’invito di Francesco, “accogliamo il loro messaggio! Facciamo tesoro della loro testimonianza”, della “fede schietta e salda di Pietro”, e del “cuore grande e universale di Paolo”, perché questi “ci aiuteranno ad essere cristiani gioiosi, fedeli al Vangelo e aperti all’incontro con tutti”.
E, prima di concludere, ha affidato a Maria Salus Populi Romani, la città di Roma “perché possa trovare sempre nei valori spirituali e morali di cui è ricca il fondamento della sua vita sociale e della sua missione in Italia, in Europa e nel mondo”.