Aeroporto Istanbul - Commons Wikimedia

Francesco prega per le vittime dell'attentato di Istanbul

Nell’Angelus della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Papa ha anche affidato la città di Roma alla Vergine Salus Populi Romani

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“Preghiamo per le vittime, per i familiari e per il caro popolo turco. Il Signore converta i cuori dei violenti e sostenga i nostri passi sulla via della pace”. Così Papa Francesco ha pregato durante l’Angelus di ieri per i morti del drammatico attentato di martedì sera all’aeroporto di Instanbul – oltre 40 secondo le ultime stime – che il Pontefice non ha esitato a stigmatizzare come “efferato attacco terroristico”.
Bergoglio ha poi dedicato la sua catechesi prima della preghiera mariana ai Santi Pietro e Paolo, nel giorno della loro Festa: Pietro “l’umile pescatore” e Paolo il “maestro e dottore”, che “per amore di Cristo lasciarono la loro patria e, incuranti delle difficoltà del lungo viaggio e dei rischi e delle diffidenze che avrebbero incontrato, approdarono a Roma”. “È l’intera Chiesa universale che guarda ad essi con ammirazione considerandoli due colonne e due grandi luci che brillano non solo nel cielo di Roma, ma nel cuore dei credenti di Oriente e di Occidente”, ha detto.

“Qui – ha aggiunto il Santo Padre – si fecero annunciatori e testimoni del Vangelo tra la gente e suggellarono col martirio la loro missione di fede e di carità”. Ed è grazie al loro “coraggio apostolico” che in Occidente si conosce Gesù Cristo.

Oggi, ha proseguito il Pontefice, “Pietro e Paolo ritornano idealmente tra di noi, ripercorrono le strade di questa Città, bussano alla porta delle nostre case, ma soprattutto dei nostri cuori” per annunciare ancora una volta Gesù “il suo amore misericordioso, la sua consolazione, la sua pace”.
Allora, è l’invito di Francesco, “accogliamo il loro messaggio! Facciamo tesoro della loro testimonianza”, della “fede schietta e salda di Pietro”, e del “cuore grande e universale di Paolo”, perché questi “ci aiuteranno ad essere cristiani gioiosi, fedeli al Vangelo e aperti all’incontro con tutti”.

Durante l’Angelus, anche un saluto ai nuovi arcivescovi metropoliti presenti alla Messa in San Pietro per la benedizione dei loro Palli. “Li incoraggio a proseguire con gioia la loro missione al servizio del Vangelo”, ha detto Bergoglio. Che ha poi rivolto un omaggio alla Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli venuta a Roma, a nome del “carissimo fratello Bartolomeo”, in “segno dei fraterni legami esistenti” tra le due Chiese.  “Preghiamo perché si rafforzino sempre più i vincoli di comunione e la comune testimonianza”, ha detto il Papa.

E, prima di concludere, ha affidato a Maria Salus Populi Romani, la città di Roma “perché possa trovare sempre nei valori spirituali e morali di cui è ricca il fondamento della sua vita sociale e della sua missione in Italia, in Europa e nel mondo”.

Dopo la recita mariana, il Papa ha lanciato un appello a margine della Conferenza internazionale sugli investimenti responsabili, sul tema “Fare dell’Anno della Misericordia un anno di impatto per i poveri”: “Possano gli investimenti privati, unitamente a quelli pubblici, favorire il superamento della povertà di tante persone emarginate”.
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ZENIT Staff

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