Nei giorni di guerra in Iraq c’era chi parteggiava per Saddam, chi per Bush. Chi non simpatizzava per nessuno dei due.
Mi sembrava di assistere ad una guerra nella guerra. Una volta, il mio sguardo ha sfiorato la prima pagina d’un giornale appoggiato sul tavolo di casa. Mi ha incuriosito il titolo d’un articolo: “Errore imperdonabile. Strage di soldati anglo-americani: colpiti dal fuoco amico”.
L’articolista puntava a rilevare la massima confusione che regna in guerra. Tanto da non distinguere più, nella concitazione, se si sta sparando contro alleati o contro nemici. Poi verso la fine dell’articolo, saggiamente concludeva: Se gli uomini in guerra sapessero che tutti, anglo americani e irakeni, sono alleati, amici e fratelli…capirebbero che non solo è imperdonabile ammazzare un altro uomo, ma farebbero di tutto per fermare questo “omicidio in grande” e deciderebbero di non iniziare più nessuna guerra.
Comprendo meglio l’urgenza del comando di Gesù: non giudicare il prossimo. È il tuo giudizio che fa di lui un nemico. Amalo, perdonalo e ne avrai un amico prezioso. Amalo e perdonalo per non trovarti con la mano armata di fronte a lui, tuo fratello. Ecco perchè urge evitare l’odio che provoca la strage, sempre imperdonabile perché frutto, comunque e in ogni caso, di “fuoco amico”.
Ciao da p. Andrea
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Fuoco amico
Non giudicare il prossimo: è il tuo giudizio che fa di lui un nemico