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Seguire Cristo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 9,51-62

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Lettura
Gesù ha le ore contate, è giunto al termine della sua vita terrena, deve necessariamente andare a Gerusalemme per essere crocifisso, ma poi risorgere. Luca fa di questo viaggio un resoconto puntuale, dove emergono elementi che interessano più la vita cristiana che non la cronaca.
Meditazione
Consapevole fin dall’inizio della sua missione di salvezza, Gesù affronta l’ultimo viaggio verso Gerusalemme con “ferma decisione”; il testo originario dice “indurì il volto”. È giunta la sua “ora” ed è già iniziata la sua agonia. Sa di avere la vittoria finale, ma ora è solo. Ha conosciuto l’opposizione di molti e anche in questo viaggio s’imbatte nel rifiuto sfacciato dei Samaritani; i suoi, inoltre, non sono d’accordo sulle sue sofferenze e il Padre sembra essere assente… Fermiamoci un istante per far entrare in noi questo Gesù, per tutti fonte di conforto e di gioia. Lo contemplino così quelli che nella Chiesa, incaricati di grossi pesi pastorali, sono spesso lasciati soli, quando non criticati e in ultimo abbandonati! L’annuncio del Regno non sopporta indugi e Gesù sembra essere molto esigente: povertà di mezzi e costanza. La sequela Christi è lo specifico cristiano per tutti. Dobbiamo interrogarci seriamente se vi sia nella nostra vita questa volontà di fondo. Camminando, lui che è “via, verità e vita”, insegna ai suoi discepoli le “vie della vita” (At 2,28). Si tratta, dunque, di camminare dietro a lui, “con ferma decisione”, seguirlo sulla sua stessa strada senza condizioni: neppure gli affetti familiari devono prendere il sopravvento nella vita del discepolo. Occorre, inoltre, essere disposti a fare con lui quel tratto di via che porta al Calvario: per crucem ad lucem. La luce non è soltanto nella gloria della risurrezione, al termine della passione e morte, ma nella stessa persona di Gesù. Pertanto, la strada fatta con lui è sempre luminosa: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Parlando di luce, può essere di aiuto nella nostra meditazione anche questa intuitiva affermazione di sant’Agostino: «A nulla giova aprire gli occhi se si è nelle tenebre, così a niente giova essere nella luce, se gli occhi sono chiusi» (Espos. sul Salmo 25, II, 14). Affiora in questo momento l’invocazione dei ciechi di Gerico: «Signore, che i nostri occhi si aprano! Gesù, ebbe compassione, toccò loro gli occhi ed essi all’istante ricuperarono la vista» (Mt 20,33-34).
Preghiera
Signore, è più facile ascoltarti che seguirti; è più facile contemplarti tra i fiori del campo che sanguinante sul legno della croce. Sorreggimi, quando il mio viaggio diventa faticoso.
Agire
Voglio pregare di più per il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti, specie per quelli che sono in regime di quiescenza fisica.
Meditazione del giorno a cura mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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