foto di Domenico Pistola

La fragilità in Teatro

“Beate Noi…neve di giugno” realizzato dalla compagnia delle “Fragili attrici” riesce a far sorridere anche chi è nel tunnel degli squilibri mentali

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Maria Grazia, Soave, Ginetta…: erano in 26 in scena sabato 4 e domenica 5 giugno a Trevi. Le altre 5 non potendo fisicamente essere presenti lo sono state comunque tramite alcuni video. Le “Fragili attrici”, così si chiamano, sono una vera compagnia, capitanata da due anni da Anna Maria Guarnieri.
Sold out le due serate di “Beate Noi…neve di giugno”, regia di Graziano Sirci, al Teatro Clitunno.
Ad applaudirle parenti, amici ma anche diversi professionisti del mondo dello spettacolo, autorità, giornalisti.
“Era il 1995….” spiega il regista. “Mi era stato chiesto di fare qualcosa con le residenti della Casa per disabili Mons. Bonilli. Così sono entrato nel tunnel degli squilibri mentali di creature che mi hanno permesso di raccontare i loro incubi e di farle sorridere. Ma non solo: dovevo cercare nel buio dei loro cuori e delle loro menti stimoli ad operare attivamente nella costruzione del progetto di una loro vita nuova” aggiunge.
“Così ho iniziato e la stagione della difficile prova continua ancora. Ho trasformato queste donne in tante autrici-attrici, per poco, per molto, consapevoli o no, interpreti del tempo, protagoniste di se stesse, conduttrici di tanta parte del mio essere uomo. Questo scambio tra me e loro ha permesso di far cadere il muro d’ombre…di pre-giudizi…di luoghi comuni che spesso il mondo esterno costruisce intorno a loro. Oggi esse scrivono di sé, e io registro da buon discente”.
Un progetto visionario ed impegnativo per le ragazze che è parte della proposta del Centro socioeducativo e di riabilitazione delle Suore della Sacra Famiglia, insieme ad attività artistiche, motorie, psicodramma per lavorare sulle emozioni e tanto altro. L’idea nata 20 anni fa, proponeva alle ospiti di mettere in scena testi pronti.
“Da 14 anni – sottolinea Valeria Rossi, pedagogista, tra le referenti del progetto – abbiamo pensato con l’equipe educativa di lavorare diversamente ed in modo più coinvolgente: scegliamo un tema su cui riflettere e con diverse attività, giochi di ruolo e improvvisazione, raccogliamo tantissimo materiale da cui insieme al regista, alla responsabile del laboratorio artistico, Pina Cavallaro e alla psicoterapeuta che supervisiona il progetto Maria Assunta Pierotti tiriamo fuori il copione”.
“Così il Centro – nato nel 1935 a Trevi grazie a Mons. Pietro Bonilli per bambini orfani e disabili che oggi accoglie 31 donne di 50 anni di media, con diverse patologie psicofisiche ed intellettive – diviene fucina d’arte” spiega Sr. Angela Del vecchio, la responsabile.
“Le protagoniste esprimono capacità nella quotidianità impensabili, si riconoscono in un prodotto qualitativamente di rilievo, crescono nell’autostima, riescono sul palcoscenico a rispettare le regole e costruire qualcosa con gli altri, aumentano le capacità cognitive. E il palcoscenico a sua volta diviene strumento prezioso per restituire loro dignità e valore sociale”.
Disponibile a breve il DVD dello spettacolo all’indirizzo istituto.bonilli.trevi@ssfspoleto.org
per ogni approfondimento: http://www.altrodadire.org/
 

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Laura Galimberti

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