Nigel Farage

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Vince la Brexit: la Gran Bretagna è fuori dall'Unione Europea

Il 51,9% ha votato per l’uscita dall’Ue. Si dimette il premier Cameron. Antieuropeisti: “Sconfitta di multinazionali, banche, inganni e corruzione”. Card. Nichols: “Momento difficile per tutti”

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L’Unione Europea perde la Gran Bretagna. Con un risultato inaspettato rispetto alle previsioni di molti economisti, al referendum che si è tenuto ieri nel Regno Unito ha vinto la Brexit con il 51,9% dei voti contro il 48,1 dei “Remain”, ossia dei favorevoli a rimanere nell’Ue. L’affluenza è stata del 72,2%, la Brexit non ha vinto soltanto in Scozia, a Londra e in Irlanda del Nord.
Il premier britannico David Cameron, preso atto del risultato, ha parlato davanti alla sua residenza di Downing Street ed ha annunciato le sue dimissioni. Rimarrà al suo posto per i prossimi tre mesi. “Io farò il possibile, come primo ministro – ha detto – per pilotare la nave nei prossimi settimane e mesi. Ma non penso che sia giusto per me cercare di essere il capitano che guida il nostro paese verso la sua prossima destinazione. Non è una decisione che ho preso alla leggera. Ma credo che sia nell’interesse nazionale avere un periodo di stabilità e poi la nuova leadership richiesta”.
Uno dei maggiori sostenitori della Brexit, il leader del partito Ukip Nigel Farange, esulta per il risultato. È “una vittoria della gente vera – ha detto -, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l’inganno”. Farange ha definito il 23 giugno come “Indipendence Day” della Gran Bretagna e si è augurato che ora altri Paesi seguano l’esempio.
Sul tema è intervenuto il card. Vincent Nichols, Primate cattolico di Inghilterra e Galles, definendo quello di oggi “un nuovo passaggio della storia, difficile per tutti”. In una dichiarazione della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, si invita a “lavorare duramente per dimostrare di essere buoni vicini e saper contribuire con decisione agli sforzi internazionali per affrontare i problemi più critici del nostro mondo”.
Le borse di tutto il mondo hanno subito un tracollo a seguito degli scrutini. Cerca di calmare le acque il governatore della Bank of England, Mark Carney, che annuncia possibili misure addizionali da parte dell’Istituto, pronto a fornire extra fondi per 250 miliardi di sterline.
Immancabili anche le reazioni, a parole, degli esponenti dell’Unione Europea. Martin Shulz, presidente del Parlamento europeo, ostenta ottimismo sul fatto che “non ci sarà alcuna reazione a catena”. Alla tv pubblica tedesca Zdf spiega: “Non credo che altri Paesi saranno incoraggiati a percorrere questa strada pericolosa”.
L’effetto del voto britannico si fa sentire anche a Roma. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affida a Twitter il suo pensiero: “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”. Ha intanto convocato un vertice a Palazzo Chigi con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, con quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, con il collega dello Sviluppo economico Carlo Calenda, con il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Marco Minniti.
Chi esulta è il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: “Evviva il coraggio dei liberi cittadini di Gran Bretagna!!! Il cuore, la testa e l’orgoglio hanno battuto le bugie, le minacce e i ricatti. Grazie UK, ora finalmente cambierà l’Europa, ora tocca a noi”. Sulla sua stessa lunghezza d’onda la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Ora vogliamo che in Europa torni la democrazia, che su questi temi siano sempre i popoli a scegliere e che le istituzioni europee vengano restituite alla gente e tolte dalla proprietà dei comitati d’affari”.

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ZENIT Staff

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