Virgin Mary and Jesus, Ethiopia

Virgin Mary and Jesus, Ethiopia - Flickr

Semi dell'evangelizzazione in Etiopia: nasce nuova comunità cattolica

Inaugurata domenica scorsa nella città di Kolossa. Il missionario mons. Mattiazzo: “Se dai Paesi dell’antica cristianità non vengono più missionari, ci proponiamo di formarli qui”

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A Kolossa, nella regione Oromia, in Etiopia, domenica scorsa, 19 giugno, è nata una nuova comunità cattolica. La cerimonia si è tenuta nella solennità di Pentecoste secondo il calendario liturgico della Chiesa Etiopica.
Mons. Antonio Mattiazzo, Vescovo emerito di Padova e missionario in Etiopia, ha raccontato all’agenzia Fides: “Il primo annuncio del Vangelo a Kokossa è avvenuto ad opera di padre Angelo Antolini, attuale Prefetto Apostolico di Robe, quand’era parroco di Kofele. La sua opera è stata continuata poi da padre Bernardo Coccia, sempre da Kofele. Io ho preso da loro il testimone nel settembre del 2015, aiutato da un catechista di Kofele e dal fratello cappuccino Matteo”.
Il presule spiega che “dopo aver cercato di conoscere la condizione di ciascuna persona che frequentava gli incontri di preghiera e catechesi, abbiamo ammesso coloro che ne presentavano i requisiti al catecumenato e gli altri al pre-catecumenato. Catecumeni e pre-catecumeni provenivano dai più poveri tra i poveri dal punto di vista economico. Qualcuno non aveva neppure i soldi per comprarsi un paio di sandali e venivano agli incontri a piedi nudi, anche col freddo e la pioggia. Abbiamo così avviato una forma di micro-credito e, fra le altre iniziative, abbiamo provveduto a far avere una calzatura a quelli scalzi. L’annuncio del Vangelo va sempre insieme, quando non è anche preceduto, con la carità e la promozione umana”.
Mons. Mattiazzo ricorda che “avevamo a disposizione una casupola inabitabile anche secondo gli standard locali. Abbiamo pensato di renderla abitabile e nel frattempo, mentre si svolgono i lavori, abbiamo collocato nello spazio libero una tenda capiente, anche perchè la stanza più grande della casupola era insufficiente per accogliere catecumeni e pre-catecumeni”.
Egli spiega poi che la solennità di Pentecoste è stata preceduto da un triduo. “Il sabato mattina ho celebrato tre riti: il rito dell’effata, l’esorcismo e l’ammissione alla Chiesa cattolica di persone provenienti da altre confessioni cristiane – il suo racconto -. Agli incontri di venerdì e sabato hanno partecipato molti membri dei consigli pastorali di Kofele, e delle comunità cristiane di Gode, Denda, Cacia, appartenenti alla parrocchia di Kofele, che hanno alloggiato a Kokossa. Essi stessi hanno potuto vedere come nasce una comunità cristiana, prendendo l’impegno di continuare a sostenere la nascente comunità e a svolgere un’opera di evangelizzazione. Ad alcuni di loro, infatti, ho conferito un ‘mandato missionario’”.
Di qui la sua riflessione finale: “Se dai Paesi dell’antica cristianità non ci vengono più missionari, noi ci proponiamo di formare laici che siano discepoli missionari, come ha auspicato e chiesto Papa Francesco.” La comunità cristiana cattolica è formata ora da 36 persone.

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ZENIT Staff

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