Francesco Van Thuan, amico vero e prezioso, era un gusto sentirlo raccontare episodi accadutigli in carcere dove per tredici anni è stato rinchiuso per la sua fede.
Ma ciò che mi ha particolarmente confortato è stato il suo rivivere il ricordo d’una notte particolare, una notte di disperazione e di risurrezione, di angoscia e di liberazione.
Vescovo da vari anni, vedersi improvvisamente buttato in carcere e per di più in cella di isolamento.
Passare dalla libertà d’azione, alla costrizione e restrizione; dalle grandi cerimonie religiose in cattedrale, a dover celebrare di notte e di nascosto. Come pisside la carta speciale d’un pacchetto di sigarette; come calice il palmo della mano dove versava e consacrava tre gocce di vino e una d’acqua; e, al buio, la messa a memoria.
Perso tutto e abbandonato da tutti. Solo la compagnia di due guardie che avevano l’ordine di trattarlo duramente, da traditore. Tristezza, angoscia…anticamera della disperazione.
Ma – confida commosso – un pensiero, una luce ha attraversato il buio dell’anima: “Francesco, tu sei ricco; hai in te l’amore immenso di Dio. Questi tuoi carcerieri sono per te il prossimo da amare; aspettano da te la luce: amali. Tu sei libero perché hai la libertà di amare. Amali e questa libertà arriverà anche a loro. Amali e…passerai dalla morte alla vita”.
“Francesco perché ci ami, mentre ti maltrattiamo?” – “Perché vivo il vangelo”.
Ciao da p. Andrea
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François-Xavier Nguyễn Văn Thuận / Wikimedia Commons - Thuy Ho, CC BY-SA 3.0 (cropped)
Francesco
Ama persino i carcerieri e…passerai dalla morte alla vita