Si apre oggi e dura fino a giovedì, 23 giugno, a Oslo, in Norvegia, il sesto Congresso mondiale contro la pena di morte, con l’obiettivo di aumentare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale e cercare di convincere sempre più Paesi ad aderire a una moratoria completa contro le esecuzioni capitali in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite. Saranno presenti rappresentanti di governi, Premi Nobel, accademici, Ong, avvocati, giuristi e testimoni della pena di morte provenienti da 80 Paesi.
A promuovere l’iniziativa la ong francese Ensemble Contre la Peine de Mort e dalla World Coalition Against Death Penalty, di cui fanno parte circa 140 organizzazioni da tutto il mondo e con il contributo del ministero degli Esteri della Norvegia. È dal 2001 che, con cadenza triennale, si riunisce questa assemblea.
Aumentano i Paese che hanno abolito la pena capitale o che hanno almeno cessato di applicarla: Amnesty International rileva che nel 2015, la Repubblica Democratica del Congo, le Fiji, il Madagascar e il Suriname hanno portato a 140 il numero degli Stati abolizionisti. 102 Paesi l’hanno abolita per ogni reato; sei l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra o in circostanze particolari.
I numeri relativi alle esecuzioni capitali restano tuttavia drammatici. Nel 2015 almeno 1634 persone sono state giustiziate in 25 diversi paesi, mentre sono state 1998 le condanne a morte comminate in 61 Stati.
World Congress Against The Death Penalty
A Oslo, il VI Congresso mondiale contro la pena di morte
L’assemblea si apre oggi con l’obiettivo di convincere sempre più Paesi a una moratoria contro la pena capitale. Finora sono 140 quelli che l’hanno abolita