Suor Anna Monia Alfieri

Da un piccolo fuoco, un grande incendio. Di intelligenza e libertà

Diritti della persona, cura dei giovani, gestione delle risorse, educazione, famiglie, un convegno alla “Sapienza” di Roma per dare un futuro alla scuola ed alla società

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Dalla Sala Umanistica della Biblioteca Universitaria Alessandrina della “Sapienza” di Roma, mercoledì 15 giugno è iniziata una riflessione inarrestabile – perché intelligente e benefica per il Paese – sui diritti della persona, sulla cura dei giovani, sulla gestione delle risorse, in una parola sul futuro della Nazione.
Sala gremita per la presentazione del saggio “Il diritto di Apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato”, Giappichelli 2016, di Anna Monia Alfieri, Marco Grumo e Maria Chiara Parola, con la convinta prefazione del Ministro Giannini, la cui assenza dell’ultimo minuto, dopo l’annunciata presenza, ha forse ulteriormente acceso – in modo imprevedibile – il fuoco dell’interesse e della curiosità sul dato di fatto: il riconoscimento della libertà di scelta educativa della famiglia italiana, da settant’anni sepolto nella Costituzione repubblicana, è oggi abbinato a un effettivo e dimostrabile risparmio annuo per lo Stato, stimato intorno ai 17 miliardi di euro.
Il sistema descritto nel saggio, basato sul cosiddetto costo standard di sostenibilità per allievo, è applicabile senza tagli e senza oneri aggiuntivi per lo Stato e per le famiglie, anzi: consente un risparmio considerevole e/o una importante riqualificazione della spesa improduttiva.
L’effetto? La possibilità concreta dei genitori e degli studenti italiani di qualunque ceto di scegliere liberamente la scuola pubblica, statale o paritaria, con una chiara offerta formativa di qualità eccellente, senza spese camuffate da “contributi volontari” e senza rette inaccessibili per chi oggi deve accontentarsi della prima scuola che capita.
Gli Autori sono gente di scuola, di passione e di numeri: un gestore, un economista, una mamma. La prova che il trio di attacco abbia conquistato le intelligenze e i cuori sta nel fatto che l’iniziativa è stata promossa dal blog #ilpopolodellescuole, in collaborazione con AGE – Associazione Italiana Genitori, che si sono assicurati gli interventi non solo degli Autori e del direttore della Biblioteca Daniela Fugaro, ma anche del presidente di Age Fabrizio Azzolini, del segretario Nazionale di Cisl Scuola Maddalena Gissi, di Pasquale Pazienza, docente di Politica Economica nell’Università di Foggia e di Antonio Rinaldi, del blog scenarieconomici.it. Non è mancato il giornalista moderatore: Marco Esposito, de Il Mattino.
La proposta è innovativa: un ampio apparato di dati e di tabelle mostra come, iscrivendo a bilancio tutte le spese dell’attività scolastica e gestendole in un quadro unitario e rigoroso in ordine agli sprechi, è possibile riequilibrare i costi – attualmente sproporzionati rispetto ai benefici – senza mai cedere sulla qualità e sull’inclusione.
Da qui la raffica delle domande, inevitabile frutto di spiriti liberi e pensanti.
Perché nella sanità italiana è possibile scegliere se curarsi in una struttura statale o privata accreditata e nella scuola non è possibile scegliere una scuola pubblica paritaria convenzionata a parità di costo di una pubblica statale?
Perché le fasce più povere della popolazione oggi non possono scegliere, nell’ambito del servizio pubblico di istruzione – che comprende pubbliche statali e pubbliche paritarie – una scuola pubblica paritaria che sia convenzionata? Come mai oggi chi sceglie una scuola pubblica paritaria deve pagare due volte (tasse e retta) l’istruzione del proprio figlio?
Perché gli studenti disabili delle pubbliche paritarie ricevono un finanziamento di 1.000 euro annui quando per seguirli adeguatamente in una scuola pubblica – statale o paritaria – ne servono almeno 20.000? Perché avere scuole statali prive di risorse o ricche di sprechi, quando si può innovare il sistema di finanziamento e quindi spendere meglio a vantaggio di tutti?
Non ci sono parole, per un verso; per l’altro, è evidente che ce ne saranno moltissime, e scalzanti, sulla base di queste domande.
Lo Stato dovrà attuare pienamente la Legge 62/2000 sulla parità scolastica, sia perché è un intervento ragionevole, senza tagli e senza oneri aggiuntivi per nessuno, anzi foriero di risparmi, sia perché nel corso del convegno sono emersi alcuni impegni molto decisi e concreti.
La segretaria generale Cisl Scuola Maddalena Gissi si è impegnata a valutare concretamente la fattibilità e la sostenibilità dell’introduzione del costo standard di sostenibilità per la scuola italiana; Fabrizio Azzolini di AGE – Associazione Genitori delle scuole pubbliche statali, che da sempre ha puntato al costo standard – in qualità anche di presidente del Fonas si è impegnato a coinvolgere le 7 associazioni presenti al convegno per istituire, con i sindacati, un tavolo presso il Ministero dell’Istruzione per mettere decisamente al centro lo studente, attraverso il costo standard di sostenibilità, che gli consentirà di scegliere sul serio dove formarsi. Libero e consapevole.

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ZENIT Staff

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