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"Grandi orizzonti e piccoli gesti: la sostenibilità come stile di vita"

Il 17 giugno, a Roma, un seminario organizzato da Istituto Bachelet e Azione Cattolica per riflettere sui passaggi più significativi della “Laudato Si'”

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Un anno fa veniva pubblicata l’enciclica di Francesco Laudato si’. Con essa, Papa Bergoglio mette al centro del dibattito mondiale la necessità di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, condividendo le preoccupazioni della Chiesa sul futuro del pianeta e dell’umanità tutta.
La densità della riflessione pontificia richiede un tempo disteso in cui poter leggere e assaporare la portata di ciò che lì si afferma. Per questo, a dodici mesi di distanza, l’Istituto Vittorio Bachelet e il Settore Giovani di Azione Cattolica hanno organizzato il seminario Grandi orizzonti e piccoli gesti: la sostenibilità come stile di vita, in programma a Roma il prossimo venerdì 17 giugno, dalle 17 alle 20, alla Domus Mariae. Attraverso l’incontro si vuole riprendere tra le mani l’enciclica ed evidenziarne alcuni passaggi particolarmente significativi, sentiti e capaci di toccare fin da ora i nostri “stili di vita, di produzione e di consumo”: il trittico che papa Francesco ripete nell’enciclica.
Occorre considerarli insieme, stili di vita, di produzione e di consumo: i piccoli gesti sono compiuti dentro grandi orizzonti, così come i grandi orizzonti danno forza ai piccoli gesti. La certezza che muove le scelte in questo duplice ordine di grandezza è che «le cose possono cambiare. […] L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune» (Ls, n.13). In altre parole, Papa Francesco sostiene una speranza nel futuro che è radicata nella consapevolezza che «noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data». Soprattutto, la terra è innanzitutto terra-di-Dio, è una realtà che ci è donata, della quale non disponiamo con il dominio, piuttosto dobbiamo «coltivare e custodire» il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). E coltivare il giardino significa lavorare un terreno, mettergli mano per renderlo bello, accogliente e produttivo; custodire il giardino vuol dire invece proteggerlo, preservarlo per le generazioni future.
In questa prospettiva se da un lato occorre maturare una riflessione teologica/culturale rinnovata sulla creazione e sul legame uomo-natura, dall’altro occorre anche immaginare prassi che custodiscano fin d’ora la terra-di-Dio per le generazioni future. Il seminario dell’Istituto Bachelet e dei Giovani di Ac si muove in questa direzione.
Interverranno: Matteo Truffelli (presidente naz. Ac), Lorenzo Caselli (Università di Genova), Miriam Giovanzana (direttore “Terre di mezzo Editore”), Luca Raffaele (Ass. “Next, nuova economia per tutti”), Giuseppe Savino (Ass. “Terra Promessa”), Simone Morandini (Ist. studi ecumenici “San Bernardino”), Enrico Giovannini (Università “Tor Vergata”, già presidente Istat) e Michele Tridente (vicepresidente per il settore Giovani Ac).
 
 

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ZENIT Staff

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