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Siate perfetti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 5,43-48

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Lettura
Da che mondo è mondo, il nemico è un personaggio che fa storia insieme con la nostra. È l’opposto di noi stessi, quello che vogliamo combattere o da cui dobbiamo difenderci. Prosegue l’insegnamento di Gesù sull’amore del prossimo, tanto da eliminare il comune concetto di nemico. Un discorso che per tranquillità di coscienza non vorremmo mai sentire.
Meditazione
La perfezione proposta da Gesù è in salita: è superiore alle sole forze umane. Se con l’intelligenza l’uomo arriva a percepire Dio e le sue perfezioni riflesse nel creato, il raggiungerlo e il possederlo è frutto dello Spirito Santo, che è in noi ed agisce in noi. «La santità, la pienezza della vita cristiana – ricordava Papa Benedetto XVI in una catechesi – non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti e i suoi pensieri. Al centro del disegno divino c’è Cristo, nel quale Dio mostra il suo volto: il Mistero nascosto nei secoli si è rivelato in pienezza nel Verbo fatto carne» (Benedetto XVI, Udienza, 13 aprile 2011). Dio, che conosce il cuore dell’uomo, ha messo in noi un forte desiderio di Lui, perché la creatura umana è felice solo quando è totalmente inserita nella stessa vita di Dio. La misura della santità è data dall’avere gli stessi sentimenti che furono in Lui, e un amore capace di amare come Lui ci ha amati. L’eroismo della carità – e quindi della santità – si verifica quando il cristiano riesce a mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù, cioè: amare i nemici, pregare per i persecutori e per coloro che ci trattano male, fare del bene a quelli che ci odiano, benedire coloro che ci maledicono. Questo è il modo più gradito a Dio di vivere l’Anno Santo della Misericordia. Non ci sono, infatti, due comandamenti dell’amore, uno per Dio, l’altro per il prossimo, ma ve ne è uno solo, in quanto il secondo comandamento è simile al primo (cfr. Mt 22,39). San Giovanni scrive: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Chi ama Dio, ami anche il fratello» (1Gv 4,20-21). Si dice che un rabbino sparisse dalla sua comunità alla vigilia di ogni sabato. I fedeli sospettavano che si ritirasse in un angolo solitario e segreto per pregare. Decisero di spiarlo. La spia scoprì che si travestiva da contadino e andava a servire una donna paralizzata, sola; le puliva la casa e le preparava il pranzo. Quando la spia tornò, gli domandarono: “Dicci, dov’è andato il rabbino? In cielo?”. “No”, rispose la spia, “è andato molto più su”.
Preghiera
«O Dio, che nel comandamento del tuo amore, ci ordini di amare coloro che ci affliggono, aiutaci a osservare i precetti della nuova legge, rendendo bene per male e portando gli uni i pesi degli altri» (dalla Liturgia).
Agire
Mettersi in discussione e pregare per la persona che non si ama.
Meditazione del giorno a cura mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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