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Mosul. Smentite voci sul rogo di 19 donne da parte dell'Isis

La Commissione indipendente per i diritti umani in Iraq ha sottolineato che non esiste alcun riscontro oggettivo a questa notizia

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La notizia era rimbalzata sugli organi d’informazione di tutto il mondo, suscitando commozione. Ennesima efferata strage dell’Isis nei territori del Califfato, a Mosul: 19 donne curde – definite yazide da alcuni media – bruciate vive in quanto riluttanti all’idea di unirsi con i miliziani come loro schiave sessuali.
Ora, a qualche giorno di distanza, esponenti iracheni impegnati nella difesa dei diritti umani smentiscono le voci su questa strage. A parlare, come riferisce l’agenzia Fides, è Tadamen Abdel Muhsen, sull’Agenzia irachena ankawa.com, il quale, citando proprie fonti operanti a Mosul e anche dichiarazioni di Bushra al Obeidi – esponente della Commissione indipendente per i diritti umani in Iraq -, smentisce tali voci, e ribadisce che ad esse non c’è nessun riscontro oggettivo.
Dopo la diffusione di quelle voci, si era mobilitato anche il Parlamento italiano. Il deputato Pd Giovanni Sanga aveva presentato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, per intraprendere azioni tese ad “assicurare la protezione e la tutela delle popolazioni civili, in particolare delle donne, nei territori interessati dalla presenza di Daesh”.

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ZENIT Staff

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