Passando per il giardino sottocasa mi soffermo a guardare con quale gioioso slancio due bambini giocano con due palloncini appena ricevuti in regalo dalle rispettive mamme. Giocano insieme, se li passano sospingendoli per aria e gustando il volo leggero che compiono per arrivare fino a terra.
-“Di chi sono i palloncini?” – domando. E tutt’e due rispondono all’unisono: “nostri”.
Poco dopo ripasso; li vedo litigare e ognuno correre ad afferrare il suo palloncino e sottrarlo all’altro gridando “è mio”. Ma mentre ciascuno cerca di afferrare il proprio, gridando “è mio”, il palloncino scoppia. Restano amareggiati non solo per lo scoppio del palloncino e per la lite che ha rovinato il loro gioco, ma anche per la sculacciata somministrata dalla mamma. Delusi tornano a casa con l’aria da sconfitti.
Finchè giocavano in perfetto accordo insieme avevano la gioia di possedere due palloncini (“i nostri” palloncini ) e si divertivano loro e le mamme; dopo il litigio fra loro, sono svaniti i palloncini, è scomparsa la gioia del gioco ed è finita la pace con la mamma.
Mi piace pensare che il giorno dopo avranno giocato ancora insieme con due nuovi palloncini, ma stando molto attenti ad aumentare, con l’accordo, il piacere del gioco e a non guastarlo, litigando per il possesso del proprio palloncino.
Ciao da p. Andrea
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Palloncini / Pixabay CC0 - blandineschillinger, Public Domain
È mio
L’armonia e la gioia finiscono quando ciascuno cerca di afferrare il proprio, gridando “è mio”