Sono tipiche alcune persone che puntualmente si presentano ad ogni conferenza e immancabilmente pongono delle domande. Ogni volta che Giuseppina partecipa agli incontri che si tengono nella “sala verde” è notata da tutti perché ripete: “ho tante domande da fare a quelli che sanno parlare bene, ma poi…”.
C’è una domanda che non risparmia a nessuno e da tutti ne riceve la stessa risposta, a cui lei fa seguire una fila di altri interrogativi, a grappolo, sempre gli stessi.
La domanda è: “Tutti, quando parlano in chiesa, dicono che Dio è amore e che ti ama immensamente così come sei”. E’ una affermazione che sento fare sempre e da chiunque. Ma – ecco la mia domanda – se Dio è amore, perché allora permette il dolore? Perché tanti problemi nel mondo? Come conciliare il dolore con l’amore di Dio?”
Anche ieri sera ha partecipato alla meditazione tenuta da un grande oratore. E’ stato un momento interessante, impegnativo e insieme liberante per la vita di ogni cristiano. L’argomento era la presentazione dell’enciclica del papa Benedetto XVI: “Deus Caritas est”. L’oratore è stato avvertito della presenza d’una “particolare” persona che, a raffica, avrebbe fatto delle domande. Ma già la conosceva e si era già preparato anche psicologicamente all’assalto.
Finita la conferenza, viene dato un momento per lo scambio di domande…Ma il moderatore dell’incontro prega di dare la precedenza a chi volesse introdurre la domanda e il racconto d’una esperienza di vita.
Giuseppina non si lasciò sfuggire l’opportunità di parlare, e di parlare per prima. Chiese la parola e gli fu messo in mano il microfono: “Allora – cominciò – un’esperienza e una domanda: Io ho un marito che tutti conoscono col nome di ‘dribbling’, a causa del troppo amore per il vino. Ci fu un periodo in cui si ubriacava spesso. È stato un momento di grande dolore; tra i più neri e disperati della mia vita personale e matrimoniale. Proprio in quel periodo ho cominciato a frequentare la Messa e le assemblee in chiesa e i rosari che dicevo non li contavo più; ero più comprensiva con tutti.
Ora che mio marito non beve più, ora che sono tranquilla e beata, ora…ho smesso di pregare e di andare in chiesa. Ho capito da sola che quando si sta bene, quando si ha denaro e salute…ci si allontana da Dio. Ma nel dolore, come dice lei, l’uomo ritrova Dio e se stesso”.
L’oratore conclude con la battuta: il dribbling di suo marito la fa rigar dritta.
Ciao da p. Andrea
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Vino / Pixabay CC0 - condesign, Public Domain
Dribbling
È nel dolore che l’uomo ritrova Dio e se stesso