In Europa si ascoltano sempre più parole di “odio” nei confronti delle minoranze che possono facilmente trasformarsi in “atti di violenza” e conflitti su ampia scala. Bisogna pertanto “prevenire le espressioni di odio” e “promuovere la pace e la stabilità” nelle regioni. È il monito di mons. Janusz Urbanczyk, osservatore permanente vaticano presso l’Osce, espresso durante il suo intervento in occasione della presentazione a Vienna di un rapporto sulle minoranze a cura della stessa Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Urbanczyk – riferisce la Radio Vaticana – ha espresso la “profonda preoccupazione” della Santa Sede per la crescente diffusione nel Vecchio Continente di un linguaggio sempre più ostile nei confronti delle minoranze nazionali. Ha quindi sottolineato l’urgenza di evitare “la tragica conseguenza di quel pendio scivoloso che spesso inizia con lo scherno o con altre forme di esclusione sociale” che a loro volta “portano ad atti di discriminazione – a volte anche sanciti nella legislazione – e scatenano una intolleranza che si trasforma in violenza”.
Urbanczyk – riferisce la Radio Vaticana – ha espresso la “profonda preoccupazione” della Santa Sede per la crescente diffusione nel Vecchio Continente di un linguaggio sempre più ostile nei confronti delle minoranze nazionali. Ha quindi sottolineato l’urgenza di evitare “la tragica conseguenza di quel pendio scivoloso che spesso inizia con lo scherno o con altre forme di esclusione sociale” che a loro volta “portano ad atti di discriminazione – a volte anche sanciti nella legislazione – e scatenano una intolleranza che si trasforma in violenza”.
In particolare, il delegato vaticano ha denunciato “la crescita dei discorsi politici che prendono di mira le minoranze nazionali o fanno uso di stereotipi radicati su tali minoranze” per promuovere dei precisi programmi politica. Una tendenza, questa, che “dovrebbe essere contrastata” attraverso una crescente partecipazione politica di tutti i cittadini.
Soprattutto l’educazione dei giovani – ha affermato Urbanczyk – svolge “un ruolo chiave nell’opera di prevenzione dei conflitti” e nella promozione di una “vera tolleranza e della non discriminazione”. Per questo, la Santa Sede auspica che siano promossi programmi educativi che rafforzino “una migliore comprensione e il rispetto per le diverse culture, etnie e religioni” e che diffondano “valori universali, come il rispetto per la dignità di ogni persona, la solidarietà tra le persone e il rispetto per la religione altrui”.
Soprattutto l’educazione dei giovani – ha affermato Urbanczyk – svolge “un ruolo chiave nell’opera di prevenzione dei conflitti” e nella promozione di una “vera tolleranza e della non discriminazione”. Per questo, la Santa Sede auspica che siano promossi programmi educativi che rafforzino “una migliore comprensione e il rispetto per le diverse culture, etnie e religioni” e che diffondano “valori universali, come il rispetto per la dignità di ogni persona, la solidarietà tra le persone e il rispetto per la religione altrui”.