Dove gli atleti allenano il corpo, l’anima e lo spirito

Preghiera e preparazione atletica al Centro Olimpico ‘Matteo Pellicone’ della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali

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Percorrendo tutta la via Cristoforo Colombo da Roma verso Ostia, si arriva al mare. Lì, sulla destra, fatte poche centinaia di metri, si incrocia via dei Sandolini dove si trova il Centro Olimpico ‘Matteo Pellicone’ della Fijlkam, Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali.
Un imponente complesso di 40.000 mq di superficie per un volume di 70.000 mc, dotato di un Palazzetto dello Sport, di tre splendide palestre, di sale di muscolazione, sale mediche, alloggi per gli atleti, mensa, punti di ritrovo, il tutto in un ambiente naturale salubre e tranquillo, a poca distanza dalla pineta e dal mare. E due sono i locali che maggiormente ci hanno colpito: una cappella e un museo, testimonianze tangibili della vocazione di questa Federazione all’allenamento anche spirituale e culturale, oltre che fisico, dei suoi atleti.
Risalta in un Centro di preparazione olimpica la presenza di un luogo destinato alla meditazione e alla preghiera di chi ne sente la necessità e (in maniera consapevole o istintiva) si rende conto che l’etica e la spiritualità siano elementi inscindibili dalla corporeità.
E non sembri strano che se ne parli a proposito di persone che si cimentano in sport di combattimento, anzi, a certi livelli di impegno – e a Ostia al Centro Matteo Pellicone si allenano i nazionali, in questi giorni per esempio alcuni dei componenti della spedizione azzurra a Rio, come il campione mondiale di lotta SL Frank Chamizo, Daigoro Timoncini (lotta GR), Odette Giuffrida ed Edwige Gwend (judo), si sono già qualificati e si è in attesa delle ultime gare considerate semifinali alla “gran kermesse olimpica” – ogni specialità sportiva appare un ottimo strumento per far esprimere integralmente gli atleti nella loro persona, fatta appunto di corpo, anima e spirito.
Un ambiente semplice, questa piccola cappella, dove una croce troneggia su di un altare dai marmi variopinti al di là di una porta dai mille colori, probabilmente a simboleggiare la gioiosità di uno sport consapevole del sacrificio che lo aspetta.
Senza addentrarci in significati trascendentali che proprio quella semplicità degli arredi così colorati potrebbe simboleggiare, in questa occasione vogliamo soffermarci sul fatto che non sia frequente trovare un ambiente dedicato al culto e alla preghiera nei Centri olimpici italiani, anche se la nostra Nazionale è una delle poche ad avere un cappellano che la segue nelle giornate olimpiche, Monsignor Mario Lusek, conosciuto e amato da molti per la sua affabilità e vicinanza agli atleti nei momenti cruciali della loro carriera sportiva, quelli più ambiti ma spesso anche i più critici, quelli dei Giochi olimpici.
Il Centro della Fijlkam ha anche un Museo. Nel 1993, al Centro Olimpico da poco inaugurato, si aprì la Scuola Nazionale Fijlkam e dal 1994 vi si tengono anche corsi di storia sulle discipline federali, durante i quali sono trattati vari aspetti culturali delle diverse specialità che la Fijlkam coordina, con particolare attenzione alla letteratura, all’arte, all’architettura, alle diverse tradizioni delle varie nazioni ecc., dall’antichità ai nostri giorni.
Ci sembra interessante riferire che dopo la lezione, gli aspiranti allenatori si rechino a visitare il Museo e la Hall of Fame. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un’eccezione, oltre che a un’eccellenza. Amorevolmente curato dall’arch. Livio Toschi, uno dei principali storici dello sport antico e moderno che la Società Italiana di Storia dello sport annovera tra i suoi membri, il Museo ospita dall’anno della sua inaugurazione nel 2012 due settori, uno museale (con Hall of Fame e Biblioteca incluse) e l’altro espositivo.
Nel museo propriamente detto sono conservate le vestigia di alcuni grandi campioni del passato, a datare dalla medaglia d’oro olimpica del lottatore Enrico Porro ai Giochi di Londra del 1908, fino al prezioso archivio di oggetti, medaglie, foto, documenti, giornali e libri che la Fijlkam ha acquistato dalla famiglia di Giovanni Raicevich, arricchendo il museo di una delle parti più visitate dal pubblico. Medaglie e trofei rappresentano la parte più preziosa dell’ambiente, testimonianza concreta dell’illustre storia dello sport italiano.
Conferma la valenza della ricerca storica svolta da Livio Toschi in tanti anni di lavoro in Fijlkam il fatto che la stessa Federazione Internazionale della lotta, la Fila, gli è grata di aver individuato la sua vera data di nascita, il 10 giugno del 1905, il che gli ha permesso di anticipare di ben sette anni la sua storia! Un risultato da vero campione, tanto per restare in clima olimpico, che il nostro Architetto ha potuto conseguire consultando gli archivi e dimostrando una volta in più di come questi siano strumenti essenziali per il lavoro degli storici.
A oggi il Museo ha allestito otto mostre collettive d’arte e 17 mostre personali, oltre a extempore, convegni, conferenze, tavole rotonde, letture di poesie, esibizioni musicali, incontri didattici con alcuni dei 92 artisti italiani e stranieri che hanno finora aderito alle iniziative degli organizzatori.
Il Museo ha creato un apposito sito nel quale pubblica la rivista semestrale Quaderni del Museo e i cataloghi delle mostre, oltre a opuscoli sulle singole iniziative. Insieme a premi minori il Museo assegna agli artisti il biennale premio FijlkamArte e questo anno punta a ospitare la mostra “Arte e sport” che ogni due anni organizza l’Accademia Olimpica Nazionale Italiana, braccio destro del Coni per quel che riguarda la promozione e la divulgazione della cultura sportiva.
L’attività del Museo è talmente apprezzata dagli artisti, che molti di loro gli donano opere che oggi formano una consistente e preziosa collezione: 15 quadri, 9 sculture e numerose medaglie, offrendo uno splendido premio alle fatiche degli organizzatori.
Grazie alla convenzione sottoscritta con il Ministero dell’istruzione e dell’università, molte scolaresche con i loro insegnanti dall’autunno 2015 visitano il Centro Olimpico (Museo, Hall of Fame, Biblioteca, palestre, Palazzetto dello Sport, ecc.), interagendo nelle ampie palestre con gli atleti delle nostre squadre nazionali in allenamento. Un’esperienza per loro entusiasmante.
Il 29 settembre 2014 è nata la Fondazione “Matteo Pellicone”, presieduta dalla signora Marina Pellicone, che assegna borse di studio a giovani e promettenti atleti delle discipline federali che si trovano in condizioni disagiate. Sette borse di studio sono state già consegnate il 14 febbraio 2016 con una bella cerimonia nel Palazzetto Fijlkam.
Ben si vede allora come lo sport sia uno tra gli elementi più versatili e trasversali della nostra società e come si accordi a molti dei suoi aspetti, vero e proprio bene culturale, al pari di arte, musica e letteratura. Inoltre risalta che fare cultura sportiva rende da ogni punto di vista (crescita individuale e sportiva) e lo dimostra il fatto che gli atleti della Fijlkam hanno conquistato medaglie a grappoli: nelle più prestigiose competizioni internazionali seniores (Olimpiadi, Campionati mondiali ed europei, Giochi del Mediterraneo, World Games) la Federazione si è aggiudicata 1.049 medaglie individuali + 92 a squadre e dal 1972 ininterrottamente sale sul podio olimpico. Un palmarès davvero invidiabile.
Molto è dovuto alla lungimirante sensibilità di Matteo Pellicone, che è stato presidente federale ininterrottamente per 33 anni e che ha sempre creduto nel valore aggiunto della cultura per tutti e quindi anche per chi fa sport ad altissimi livelli. La sua storia è stata narrata da Livio Toschi in uno libro assai documentato che sarà presentato sabato 28 maggio alle 15,30 del pomeriggio a Palazzo Rosselli del Turco a Firenze, in occasione della presentazione dei corsi di formazione della Società Italiana di Storia dello sport. Una circostanza importante per fare della seria storiografia sportiva.
Domenico Falcone, l’attuale presidente federale, ha accolto questa importante eredità, che non è solo tecnica ma anche spirituale, continuando a promuovere un’intensa attività artistica e culturale, fatta di tante pubblicazioni, mostre, convegni e iniziative varie. Da 35 anni dunque (ma soprattutto dal 1990) la Fijlkam intreccia un fecondo connubio con l’arte e la cultura, rinnovando quello che De Coubertin definiva «le mariage des muscles et de l’esprit».

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Angela Teja

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