“Vogliamo consegnare ai romani e ai turisti Regina Coeli, per poterlo vivere e renderlo un luogo degno di trovarsi nel cuore della città più bella del mondo. Al contempo vogliamo che Roma si doti di una casa circondariale moderna, dove i detenuti possano lavorare e dare un contributo alla società, una struttura più adatta a rispondere alle finalità educative della pena”.
Con queste parole Stefano De Lillo, capolista di “Roma Popolare – per Marchini sindaco”, lancia la proposta di riqualificare l’antico carcere di Regina Coeli cambiandone la destinazione d’uso. Un edificio risalente al 1654, inizialmente un convento (da cui ha mantenuto il nome), convertito all’uso attuale nel 1881.
Questo centro detentivo, come altri obsoleti presenti in diverse città d’Italia, evidenzia notevoli problemi strutturali. Potrebbe contenere solo 624 detenuti, oggi ne sono ospitati circa 900. Ma il numero oscilla costantemente, nel recente passato si è toccata anche quota 1.200 detenuti. “Ogni anno costa decine e decine di migliaia di euro di manutenzione straordinaria”, osserva De Lillo.
Il quale propone di attuare questa riqualificazione attraverso un project financing. “Vogliamo chiudere e trasferire fuori dal Gra il carcere di Regina Coeli. E vogliamo farlo a costo zero”, spiega.
“Chiederemo agli imprenditori di realizzare nel centro di Roma, al posto dell’attuale carcere, un albergo di altissimo pregio, un centro congressi, un polo artistico-culturale, nonché un museo sulla Bellezza di Roma”.
È proprio questa la sfida di De Lillo: mettere in mostra le bellezze che offre al mondo la città eterna trasformando quello che da decenni è un luogo di reclusione e di patimento. Del resto a Roma non esiste ad oggi un museo sulla lunga e gloriosa storia dell’Urbe, dalla sua fondazione ai giorni d’oggi. La volontà di De Lillo sarebbe anche di dotare la nuova struttura di Regina Coeli, in una città dove languono i posti auto, di un grande parcheggio sotterraneo.
“Il project financing – prosegue il capolista di ‘Roma Popolare’ – impegnerà inoltre gli imprenditori nella realizzazione come opera a scomputo di una casa circondariale moderna, ben servita dalle infrastrutture, dotata di laboratori in cui apprendere e perfezionare arti e mestieri e di una foresteria per i familiari. Un luogo, insomma, dove i detenuti possano vivere in modo più dignitoso”.
Un proposito di questo tipo interpreta la sensibilità di Papa Francesco sul tema delle carceri. Nel febbraio scorso, visitando il carcere di Ciudad Juárez, in Messico, il Santo Padre ha commentato: “A volte potrebbe sembrare che le carceri si propongano di mettere le persone in condizione di continuare a commettere delitti, più che a promuovere processi di riabilitazione che permettano di far fronte ai problemi sociali, psicologici e familiari che hanno portato una persona a un determinato atteggiamento”.
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De Lillo (Roma Popolare): “Vogliamo trasformare e trasferire il Regina Coeli”
Il candidato al consiglio comunale di Roma propone un “project financing” per far diventare il carcere un albergo e trasferirlo in periferia, dotandolo di strutture moderne