Anselmo, un giovane appena laureato, voleva trovare un modo deciso e radicale per correre verso Dio. Nella bibbia aveva letto: “Corro la via dei tuoi comandamenti”.
Eh, si… voglio e devo correre questa via e…decide per questo di entrare in convento dove “pregare incessantemente, senza stancarsi”- “lontano dagli uomini che ti rendono meno uomo”.
Risoluto, sceglie il monastero, la “casa di preghiera”. Ma, dopo soli pochi giorni di questa “sognata” intimità”, trascorsi raddoppiando le ore da passare in chiesa, il suo maestro di vita monastica gli scandisce gli orari di…”preghiera”: le ore da passare lavorando per i frati nell’orto, in cucina, in infermeria, in lavanderia, ad accogliere gli ospiti alla porta del convento …
Arrivava a sera stanco e deluso di questa strana vita religiosa rammaricandosi: “Oggi ho pregato solo un’ora. Come correre la via della santità nonostante l’ostacolo dei confratelli?”
Grazie al saggio maestro ha finito per capire che tutto l’amore concreto donato a qualsiasi confratello arriva a Dio: “Lo fai a me” ti dice Gesù. Allora vivendo così può stare con Gesù non solo un’ora al giorno, ma ventiquattro ore su ventiquattro. E’ così che la vita diventa preghiera e la preghiera vita.
Per la tua corsa a Dio, il fratello non è più un muro, ma è una porta spalancata, è la “direttissima a Dio”. Raggiunto il prossimo hai raggiunto Gesù. Anzi mentre corri per raggiungerlo, ad ogni passo lo incontri.
Ciao da p. Andrea
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Corro la via di Dio
Il fratello, il prossimo, non è un muro, ma una porta spalancata, la “direttissima a Dio”