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Gesù pane vivo disceso dal cielo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 9,11-17

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Lettura
L’ambiente spirituale nel quale è possibile comprendere e vivere in verità l’Eucaristia è il deserto. Nel deserto dell’Esodo la penuria di beni, il succedersi di prove, la stipulazione dell’Alleanza, fanno emergere le profondità dell’uomo, sia in positivo che in negativo. Allora si capisce cosa veramente attragga il cuore, e se quello di Dio sia l’unico e vero nutrimento oppure una risorsa cui attingere, come spesso si dice, “se mi sento!”.
Meditazione
Gesù realizza il segno dei pani nella linea della predicazione e del soccorso alle persone, come rinforzo alla centralità della sua missione, fra l’altro in reazione alla fretta dei discepoli di congedare la folla e chiudere la giornata di lavoro. Nella mia riflessione, parto dalla smania che – al contrario – avevo, compiuto il ciclo della formazione, di “dire Messa”. Ripensando oggi capisco certo l’entusiasmo dei miei venticinque anni, ma ora ho chiaro che in me c’era lo stesso malinteso dei Dodici. La superficialità nella celebrazione, perché magari si deve correre all’università o si hanno appuntamenti di direzione spirituale, come la smania, l’enfasi che si pone nella Messa, rivelano un distacco dal vero bene delle anime; alle persone non serve l’attivismo né la cura maniacale della liturgia, ma l’umiltà e la semplicità di qualcuno che sappia stare in mezzo a tutti solo nel nome di Gesù. Allora, l’Eucaristia diventa davvero Sacramento della vita nel Signore, compimento di una celebrazione dell’amore salvifico già iniziata nell’esistenza. D’altra parte, l’Eucaristia devotamente celebrata, in osservanza delle norme liturgiche, in piena coscienza dello Spirito che anima e si rende presente anche nei piccoli segni e nelle formule, spinge senza indugio verso una vita sempre più impegnata, in stile apostolico. Quello che dico per il presbitero vale per ogni credente. Non si “va a Messa”, tanto meno si va a Messa perché uno “se lo sente”, non perché si è “segnata la Messa” per qualche defunto, per qualche intenzione o per “ricevere Gesù”; c’è un solo motivo centrale per partecipare al Mistero del Corpo e Sangue di Cristo, ed è quello di voler offrire la propria persona al Padre in comunione con il Figlio, attraverso lo Spirito, partendo dalla vita quotidiana fino al Santo Altare, assieme alla comunità dei fratelli e delle sorelle nella fede.
Preghiera
Maria, Domus àurea! O Maria, tu sei la più bella dimora di Dio, riservata a Lui, adorna e preziosa per accogliere Lui, dove risuona la vera preghiera. Dona anche al nostro cuore di diventare dimora del Verbo, accoglienza dello Spirito, tempio da cui si diffonde, come da sorgente, la grazia del Padre.
Agire
Nella luce di Maria compimento del mistero di salvezza, vivrò l’Eucaristia in profondità, come unico segno di consolazione e di sicura speranza, in attesa della Risurrezione.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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