Si può e si deve amare il prossimo anche correggendolo: ma è l’amore che lo corregge, è Dio che lo corregge, non io. Io non devo correggere nessuno; devo correggere me stesso, per essere solo amore, per essere morto a me stesso: solo quando sono morto a me stesso per amore del prossimo posso parlare e dire la verità, perché chi è morto per amore è la Verità, è Gesù.
Non è la parola che raggiunge il fratello, ma la Vita, Dio. O correggo perché amo o la correzione è la ricerca di me stesso.
Chi ama corregge sempre, perché l’amore è luce ai propri passi e ai passi del fratello: allora il fratello non seguirà me, ma la Vita in me, Gesù; non seguirà ciò che penso io, ma ciò che di Dio traspare in me; quindi ciò che vale sempre e unicamente è amare.
L’importanza del dire o del non dire, del fare o del non fare dipende dall’amore che li accompagna.
Ciao da p. Andrea
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Correzione fraterna
Il fratello non seguirà me, ma la Vita in me, Gesù; non seguirà ciò che penso io, ma ciò che di Dio traspare in me