Al Policlinico Gemelli nasce l’Hospice Perinatale, un luogo di cura, scienza e umanità

L’iniziativa viene presentata al convegno di stamane “Custodire la vita”. Atteso un messaggio del Papa ai partecipanti

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Oggi, mercoledì 25 maggio, saranno presentati i primi risultati degli approcci terapeutici sul feto anche nelle condizioni patologiche più gravi in occasione del convegno “Custodire la vita: l’Hospice Perinatale come risposta scientifica, etica ed umana alla diagnosi prenatale” che si svolge nell’Aula Brasca del Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.
L’Hospice Perinatale vuole proporsi come risposta assistenziale alla diagnosi prenatale basata sulla medicina fetale e sulle cure palliative prenatali e l’accompagnamento del feto come paziente, anche nelle condizioni patologiche più estreme.La nuova struttura è diretta dal prof. Giuseppe Noia enasce all’interno del Polo Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Universitario A. Gemelli e in essa opererà il personale medico del servizio di Day Hospital e dell’Hospice Perinatale
Questa esperienza, unica a livello nazionale per la sua complessità e multidisciplinarietà, che sviluppa e completa l’opera assistenziale effettuata dal Centro di Diagnosi prenatale negli ultimi 30 anni e che ha permesso di assistere con approcci multipli e integrati, sarà al centro del convegno di stamane, promosso dal Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal Polo Salute della donna e del bambino del Policlinico Gemelli, dalla Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione “Il Cuore in una Goccia” Onlus, nel quale verranno presentati i risultati della lunga esperienza di terapia e palliazione prenatale.
“La terapia fetale – dichiara il prof. Giuseppe Noia, Direttore della UOC Hospice Perinatale del Gemelli, nasce con l’avvento della medicina fetale circa quaranta anni fa. In tutto il mondo le tecniche ultrasonografiche sono diventate elemento basilare per guidare approcci invasivi verso un compartimento fetale e apportare una serie di atti diagnostici e terapeutici finalizzati a trattare il feto come un paziente a tutti gli effetti. I successi già ottenuti nel Centro di Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli, attuando la cosiddetta terapia fetale integrata, dimostrano che anche in gravi patologie feto-neonatali, ci sono possibilità di intervento per ridonare capacità gestazionale a tutte quelle famiglie gravate da una diagnosi infausta”.
“L’Hospice Perinatale  – prosegue Noia – ha un impatto culturale fra due modi di pensiero antropologicamente opposti: il primo vive dell’illusione che eliminando il sofferente si possa eliminare la sofferenza, il secondo invece nel rispetto più totale della preziosità della vita umana, senza guardare alle dimensioni dell’essere umano ma solamente al suo valore, cerca di prevenire le malattie, cerca di curarle, cerca di limitare i danni fisici e psicologici del malato e delle famiglie, cerca di lenire la sofferenza fisica e psicologica, forte dell’assunzione di tre metodologie per affrontare la sofferenza umana: prevenire, curare, lenire il dolore”.
“Ma tutto questo – aggiunge il direttore della UOC – esprime il concetto della solidarietà umana, della medicina condivisa, e si traduce in un’unica espressione: I care (mi predo cura di te). Il quadro generale ha segnato quindi un passaggio che nella medicina fetale è diventato una eccellenza etica della nostra istituzione: l’Hospice Perinatale non è un luogo ma è un modo di curare il feto e il neonato. Anche nelle condizioni patologiche più estreme si può dare speranza di prevenzione, cura e sollievo del dolore accompagnando non solo il feto con tutto l’approccio scientifico e clinico ma anche le famiglie. E’ questo il vero fondamento della medicina della speranza”.
Le sessioni del convegno saranno aperte dall’intervento di mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “La custodia della vita e la misericordia di Dio”. Parteciperanno fra gli altri la Prof. Elvira Parravicini della Columbia University, direttore del Neonatal Confort Care Program, e il Prof. Alessandro Frigiola, co-direttore dell’Area di Cardiochirurgia del Policlinico San Donato e presidente Associazione Bambini cardiopatici nel mondo.
Ai partecipanti sarà indirizzato un Messaggio di Papa Francesco che sarà letto dall’Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università cattolica del Sacro Cuore.
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ZENIT Staff

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