Fiamme Gialle (Wikimedia Commons)

Fiamme Gialle (Wikimedia Commons)

Le Fiamme Gialle si preparano per le Olimpiadi

Il col. Vincenzo Parrinello presenta il Corso per operatori sportivi del Dipartimento Lumsa di Scienze Umanistiche con il Pontificio Consiglio per la Cultura e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport

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Le Fiamme Gialle si stanno preparando per i XXXI Giochi olimpici che si terranno a Rio de Janeiro dal 5 al 21 agosto 2016. Il Corpo ha un’importante storia ginnico-sportiva che radica nelle esigenze addestrative sia nei posti frontalieri della montagna che nelle zone costiere. Su di essa si è formato uno dei principali gruppi sportivi militari e civili che costituiscono oggi la struttura portante della nostra Nazionale. Se a Londra 1948 gli atleti finanzieri sono stati due, a Rio saranno decisamente molti di più, anche se ora è presto dirlo quanti, la squadra per le Olimpiadi è ancora in formazione.
Il primo Gruppo Sportivo della Guardia di Finanza, altrimenti detto delle “Fiamme Gialle” è quello Sciatori di Predazzo. In questa importante località della Val di Fiemme, in provincia di Trento, nel 1920 ha avuto origine la Scuola Alpina della Guardia di Finanza, dovendo i finanzieri apprendere al meglio la tecnica degli sci essendo impegnati lungo i confini alpini della nostra nazione, e dunque sia per motivi di controllo che di soccorso alpino. In questa Scuola nel 1925 nacque il gruppo sportivo sciatori che avrebbe dato vita a una delle più prestigiose Scuole di formazione di grandi campioni.
Ma le gesta sportive dei finanzieri iniziano ancor prima: se già a fine ‘800 si esibivano in gare di tiro a segno, specialità nella quale venivano addestrati essendo loro affidata la vigilanza per fini doganali della frontiera. Dal 1910, come i reparti di istruzione di tutte le Forze Armate, anche quelli della Guardia di Finanza furono istruiti da un maestro proveniente dalla Scuola Militare di Scherma e ginnastica con sede a Roma. Dal punto di vista storico dunque, anche i Corpi della Guardia di Finanza furono addestrati con un’importante componente ginnico-militare.
La Grande guerra impresse un forte impulso agonistico alle attività che già si praticavano a fini addestrativi, come per esempio quelli alpini già menzionati e quelli nautici. Di nuoto, vela e canottaggio si parlava infatti già a fine ‘800 in quanto pratica usuale dei finanzieri di mare, ma nel 1926, nell’allora italiana Pola, fu costituita la Scuola nautica della Regia Guardia di Finanza, poi trasferita a Gaeta, dove nel 1953 ebbe vita il Gruppo Nautico delle Fiamme Gialle. Infatti, l’attività sportiva che si era del tutto interrotta con la seconda guerra mondiale, riprese in maniera energica e fruttuosa subito dopo, tanto che ai Giochi di Londra nel 1948 gareggiarono due finanzieri nell’atletica, di cui uno, M. Tito, vinse il bronzo con la staffetta 4X100.
Per quanto lo sci sia la punta di diamante delle Fiamme Gialle, il gruppo sportivo della Finanza raggruppa atleti anche di altre specialità, con un Centro che dal 1994 fa parte dell’Ispettorato dei Reparti di Istruzione e coordina, attraverso il Gruppo Polisportivo, la programmazione e la direzione tecnica delle 11 discipline sportive praticate dalla Fiamme Gialle. Tra queste ricordiamo oltre alle già menzionate atletica, sport invernali, sport nautici e tiro a segno, anche il judo e il karate, peraltro facenti parte della tradizione addestrativa del Corpo, oltre alla più recente scherma.
Dello sviluppo crescente del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle abbiamo chiesto al col. Vincenzo Parrinello che ne è il responsabile e che martedì 17 maggio ha partecipato al seminario “La Grande Bellezza dello Sport”, open Forum all’interno di un Corso per operatori sportivi organizzato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche della Lumsa di concerto con il Pontificio Consiglio per la Cultura e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport.
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Quale è stato l’anno di svolta dell’evidente accelerazione delle Fiamme Gialle nel panorama sportivo nazionale? C’è stato un evento in particolare?
Ritengo che l’attività delle Fiamme Gialle abbia avuto una decisiva e significativa accelerazione con l’unificazione di tutti i Reparti che si occupavano di sport nell’ambito del Corpo. La creazione del Gruppo Polisportivo prima nel 1984 e successivamente 10 anni dopo nel 1994 del Centro Sportivo, frutto della lungimiranza della nostra Gerarchia, sono stati, a mio avviso, gli eventi decisivi per un salto di qualità. I risultati conseguiti dalle Fiamme Gialle ai Giochi Olimpici del 1996 ad Atlanta dimostrano in modo evidente i progressi raggiunti. Fino ad allora le Fiamme Gialle avevano conquistato nelle Olimpiadi estive sporadicamente qualche medaglia. Ad Atlanta contribuirono, invece, alla conquista di ben 8 medaglie (4 oro, 3 argento e 1 bronzo) e da quel momento le Fiamme Gialle sono sempre state in tutte le edizioni dei Giochi Olimpici estivi e invernali il club più numeroso e hanno ottenuto risultati di altissimo livello. Tale escalation è stata confermata anche negli sport invernali, ai Giochi Olimpici di Sochi infatti le Fiamme Gialle erano il club più numeroso con 27 atleti e ben 6 delle 8 medaglie conquistate dall’Italia sono state vinte con il contributo degli atleti gialloverdi.
Lo sci pare essere la punta di diamante di questo movimento sportivo di alto livello, o al giorno di oggi primeggia un’altra specialità?
Senza alcun dubbio, come ho già detto, anche in occasione dei Giochi Olimpici invernali le Fiamme Gialle hanno dimostrato di poter competere ad altissimi livelli, ma ritengo che non sia giusto parlare solo di una disciplina anziché di un’altra. Saremo presenti a Rio in diversi sport e senza fare alcun tipo di previsione per l’evidente e scontata scaramanzia che accompagna gli sportivi, nel ricordare i risultati più importanti e significativi degli ultimi due anni mi vengono in mente: le innumerevoli medaglie di Tania Cagnotto nei tuffi, il titolo mondiale dei ragazzi del canottaggio, i successi di Niccolò Campriani nel tiro a segno, il titolo mondiale del fioretto maschile a squadre, il titolo mondiale indoor e l’eccellente performance di Gianluca Tamberi nel salto in alto a cui potrei aggiungere gli atleti che hanno già il pass per Rio in diverse discipline. Tanti atleti quindi in grado di ben figurare, tanti sport, tante discipline, un unico obiettivo: quello di contribuire a mantenere elevato il prestigio di tutto lo sport italiano. Voglio approfittare dell’occasione per sottolineare che tutti i risultati, dai meno significativi ai più importanti, sono stati ottenuti grazie alla forte e convinta collaborazione con il CONI e le varie Federazioni Nazionali. Essere riusciti a fare squadra, a mio avviso, è il vero segreto dei risultati raggiunti.
Che percentuale di donne sportive di alto livello avete? Da che anno anche le donne fanno parte delle Fiamme Gialle? I gruppi sportivi militari sembrano ovviare al grosso problema che hanno le donne che fanno sport, quello di non essere considerate professioniste. E’ così?
Le donne fanno parte dei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle dal 2001. Tra le prime atlete arruolate ricordo Lucia Morico, Ylenia Scapin, Denise Karbon e Isolde Kostner. Oggi abbiamo 65 atlete su circa 200 atleti in totale ed attualmente abbiamo in forza 2 tecnici donne (Ylenia Scapin, nel judo e Michela Ponza, nel biathlon). Da noi le donne hanno gli stessi diritti e doveri degli uomini, non c’è differenza. E’ chiaro che tutti i militari possono vivere situazioni particolari che vanno naturalmente valutate e affrontate cercando di dare a tutti loro indistintamente il maggior supporto possibile. Mi fa piacere a tal proposito ricordare alcune atlete che dopo la maternità hanno continuato ad allenarsi e a gareggiare, come ad esempio Rosaria Console, Giulia Quintavalle, Elisa Rigaudo e Martina Valcepina.
Si sa che un atleta può dare il meglio di sé a livello agonistico per un certo numero di anni, e da voi trova un’egregia assistenza, anche a livello di strutture per gli allenamenti e di assistenza medica. Ma poi, terminato il “periodo d’oro”, che succede allo sportivo delle Fiamme Gialle? Può fermarsi nel Corpo con altri compiti?
A conclusione della naturale carriera agonistica si perde la qualifica attribuita nel momento dell’arruolamento. Da quel momento diverse sono le possibilità che vengono loro offerte, se un atleta è ritenuto capace e in possesso di requisiti per svolgere le funzioni di tecnico, viene avviato d’intesa con le Federazioni e la Preparazione Olimpica del Coni in un percorso di crescita affinché possa trasmettere ai suoi giovani colleghi ciò che ha appreso come atleta oppure viene trasferito in un reparto del Corpo dove andrà a svolgere il servizio dell’Istituto. A tal proposito vorrei sottolineare come la maggior parte degli atleti si integri perfettamente nel tessuto del Corpo svolgendo egregiamente le varie attività di servizio. Atleti che, successivamente all’abbandono dell’attività agonistica, si sono messi in gioco, hanno continuato a studiare, hanno partecipato a concorsi per la categoria di Ispettori, hanno assunto incarichi di responsabilità dando prova di serietà, professionalità e correttezza, mettendo in pratica molti degli insegnamenti che avevano appreso quando erano atleti.
Avete una struttura di accoglienza dei giovani? Coltivate lo sport sociale?
Sin da qualche anno dopo le Olimpiadi di Roma del 1960 la Guardia di Finanza ha dedicato risorse e grande attenzione al settore giovanile, un’attività che si è protratta nel tempo e che negli ultimi anni ha raggiunto risultati importanti. 500 giovani dai 12 ai 18 anni, 5 discipline interessate (Atletica Leggera, Nuoto, Canoa, Canottaggio e Sport invernali), numerosi progetti realizzati in collaborazione con il mondo della scuola, diverse le manifestazioni organizzate con migliaia di studenti ogni anno. Se a questi dati di carattere quantitativo aggiungiamo che qualcuno degli atleti, frutto di questo impegno, uno fra tutti Alessio Sartori, è stato condotto dai banchi di scuola fino alla vittoria olimpica, ci accorgiamo che anche la qualità del lavoro realizzato è di alto livello. Oggi oltre all’attività rivolta ai giovani in ambito agonistico, partecipiamo a diversi progetti con il CONI per divulgare i valori dello sport nelle scuole di ogni ordine e grado. Da qualche anno infine dedichiamo una parte della nostra attività anche al sociale con alcuni progetti mirati e diretti ad aiutare comunità e giovani che si trovano in particolari situazioni di disagio. Per esempio nel progetto “Regaliamo un sorriso” che scatta all’indomani di Campionati o comunque di grandi occasioni agonistiche nazionali, andiamo a visitare situazioni di disagio socio-ambientale o di sofferenza, per esempio Case-famiglia o reparti pediatrici negli Ospedali. Abbiamo anche ospitato giovani di varia età provenienti da quartieri cittadini deprivati, sono stati nostri ospiti al Centro Sportivo di Ostia ad esempio ragazzi dello Zen di Palermo e del Corvetto di Milano che hanno avuto modo non solo di conoscere i grandi campioni, ma di fare attività sportiva in impianti all’avanguardia e con i nostri istruttori. Occasioni queste in cui ci siamo adoperati per portare un po’ di serenità, oltre che per distrarre almeno per qualche giorno quei ragazzi dalla pesantezza della loro quotidianità. Vogliamo non solo cercare di rasserenare quei giovani che altrimenti non saprebbero quasi più sorridere, ma anche far capire ai nostri atleti che hanno doveri morali nei confronti della collettività, perchè sono fortunati rispetto ad altri. Lo Stato a loro dà tanto, è dunque bene che siano riconoscenti e che capiscano il valore della solidarietà restituendo qualcosa a chi è meno fortunato. Un “allenamento all’umanità” utilissimo anche per la loro resa sportiva. Chi è sereno rende meglio in gara.
Quali i nomi di spicco per Rio? Uomini e donne saranno in parità?
Aspettiamo il 18 luglio per conoscere tutti i nostri atleti che andranno a Rio. Alcuni nomi sono già noti, ma mi auguro che altri se ne aggiungeranno. C’è una sostanziale parità tra uomini e donne. Preferisco naturalmente non fare nessuna previsione. Io come ovviamente tutto il personale delle Fiamme Gialle, gli altri atleti, i tecnici, i dirigenti faremo il tifo per loro nella consapevolezza che tutti coloro che andranno a Rio cercheranno di dare il massimo affinché i sacrifici, gli allenamenti, l’impegno che hanno affrontato in questi anni possano servire a migliorarsi. Non è indispensabile vincere una medaglia, l’importante è riuscire ad arrivare nelle migliori condizioni possibili e dare il meglio di se stessi.
Sempre scaramantici questi sportivi… Si consideri però che Tania Cagnotto e Gianluca Tamberi sono in forza al Gruppo delle Fiamme Gialle, solo per fare due nomi tra i più celebri. In bocca al lupo a tutti!

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Angela Teja

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