Con le elezioni amministrative ormai alle porte, emergono i profili dei candidati nelle varie città italiane. Dopo due legislature come consigliere regionale del Lazio e una come senatore, Stefano De Lillo ha deciso di spendersi in prima persona per Roma, la sua città. Lo fa candidandosi come capolista di “Roma Popolare – per Marchini Sindaco”, la quale – promossa insieme al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – fa dello slogan “la rivoluzione delle competenze” la sua peculiarità.
De Lillo e Lorenzin tengono a precisare che si tratta di un “progetto politico-culturale”, giacché la maggior parte dei candidati è espressione del mondo delle categorie professionali e dell’associazionismo. Di questo progetto e dei “sogni realizzabili” per far rinascere Roma ne parla De Lillo nell’intervista che segue.
***
Senatore, perché ha deciso di rimettersi in gioco come candidato al Consiglio comunale di Roma?
Sono un romano innamorato di Roma. Non riesco a vederla così sporca, piena di buche, mal governata, con tanti problemi irrisolti. Mai come in questo momento Roma ha bisogno delle sue forze migliori per risollevarsi e tornare a essere faro di civiltà e cultura.
La storia indica che questa città ha un glorioso destino. È stata la culla di un grande Impero. Ha avuto il più alto numero di martiri cristiani ed è il propulsore del Cristianesimo. A Roma c’è il Pontefice, che ha dedicato quest’anno al Giubileo della Misericordia. I pellegrini che giungono qui meritano di essere ospitati da una città degna del suo destino.
È capolista di “Roma Popolare – Per Marchini sindaco”. Di che si tratta?
I romani possiedono le forze morali e civili in grado di far uscire Roma dalla crisi. Questa lista intende rappresentare una novità per certi versi rivoluzionaria, vuole superare le contrapposizioni che sembrano dominare la contesa elettorale. Per farlo ha rivolto lo sguardo al mondo delle professioni e dell’associazionismo. La lista è composta da persone che amano Roma e che quotidianamente danno un contributo sociale attraverso il loro lavoro e il loro impegno. Sono una garanzia di freschezza e di professionalità, rappresentano il senso più nobile della politica.
Quali i problemi da risolvere con urgenza e quali i programmi futuri?
La nuova Giunta, qualunque essa sia, dovrà affrontare subito il problema della pulizia della città. È desolante vedere i cassonetti come piccole discariche in molte strade di Roma. Strade che andrebbero a loro volta assestate: buche e dissesti sono una realtà cui siamo tristemente abituati. Bisogna poi razionalizzare e rendere fruibile ed efficiente il trasporto urbano. Utilizzare le innovazione tecnologiche e implementare la green economy per illuminare al meglio la città, ridurre i consumi e favorire l’autoproduzione con tecnologie verdi. Il trasporto pubblico e privato deve essere orientato verso l’utilizzo di motori ibridi ed elettrici. Colonnine per la ricarica elettrica devono essere disponibili in tutte le stazioni di servizio e nei parcheggi. C’è inoltre il tema della famiglia. Si tratta del nucleo fondante della società, pertanto se la famiglia è un’istituzione sana e viene aiutata a crescere, cresce anche la comunità. Bisogna promuovere la famiglia con politiche mirate, sostenere la maternità e offrire servizi accessibili.
I romani sembrano però rassegnati. È importante anzitutto dare loro speranza, non crede?
Certo, è così. Noi vogliamo sognare e far sognare. Vogliamo alimentare i sogni delle vecchie e nuove generazioni. Vogliamo che Roma sia una città che offra opportunità per tutti. Per chi ci vive, per chi viene in pellegrinaggio o per turismo, per chi vuole realizzare piccoli e grandi progetti. È un sogno sì, ma un sogno realizzabile.
È convinto che Roma possa risollevarsi dalla condizione cui è precipitata oggi dunque…
Ci sono stati periodi della storia in cui Roma era in preda al disordine ed ai barbari. Ebbene, ogni volta è rinata sempre più forte e bella. Ricordo che Roma in uno dei suoi periodi di massimo splendore, durante l’Impero, raggiunse un milione e 700 mila persone di abitanti. Dopo il sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi, nel 1527, la popolazione toccò uno dei suoi minimi storici: appena 50 mila abitanti, l’equivalente di una cittadina. Quell’evento luttuoso, tuttavia, fu l’occasione per rinascere, gradualmente ma inesorabilmente. Noi siamo convinti che disponiamo delle risorse umane, economiche e morali per realizzare anche oggi un rinascimento di bellezza a cominciare dall’anno della misericordia. Chiediamo ai romani e alle romane di alimentare un sogno. Non accontentatevi di votare il meno peggio o di dare un mero voto di protesta. Unitevi a noi per far tornare Roma il centro del vero, del buono e del bello. A questo proposito, se vinceremo le elezioni, realizzeremo una delega comunale che si occupi della bellezza di Roma.
Stefano De Lillo
Roma Popolare. De Lillo: "Roma deve tornare capitale di civiltà e cultura!"
Il senatore si mette in gioco guidando una lista civica composta da professionisti e membri dell’associazionismo: “I romani possiedono le forze morali e civili” per risollevare la propria città