“Aderire a qualsiasi iniziativa che potrebbe in qualche modo favorire il dialogo per il bene dell’umanità”, tenendo sempre ben presente ciascuno la propria identità, ma al contempo aperti agli altri con ‘rispetto e stima’”. È questo lo spirito che anima la collaborazione tra la Chiesa e l’organizzazione buddista Rissho Kosei-kai (Rkk). Lo ha ricordato il vescovo Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, a conclusione della visita compiuta nei giorni scorsi in Giappone.
Dopo aver partecipato a una conferenza con i leader religiosi sul Medio oriente, domenica 15 maggio, il presule – informa L’Osservatore Romano – ha incontrato i vertici dell’Rkk con cui il dicastero ha rapporti decennali di collaborazione. Nel ricostruire la storia di queste relazioni, il vescovo comboniano ha rievocato la partecipazione del fondatore Nikkyo Niwano come osservatore all’apertura della quarta sessione del Vaticano II. “Egli — ha spiegato — amava dire che l’unica strada per salvare il mondo e tutta l’umanità è quella della cooperazione tra le religioni”.
Invitato nel settembre 1965 dal cardinale Marella, Niwano fu ricevuto da Paolo VI, al quale confidò che avrebbe dedicato i propri sforzi alla causa della pace nel mondo. E Montini rispose che certamente Dio avrebbe concesso la sua benedizione al nobile lavoro intrapreso dal leader buddista. Mosso da queste parole del Pontefice, il fondatore dell’Rkk si convinse sempre più che “la missione delle persone religiose non può essere realizzata se pensiamo solo alla nostra tradizione o religione. D’ora in poi — si propose — voglio essere un ponte che collega tutte le religioni”.
Di lì a poco fondò la Conferenza mondiale delle religioni per la pace, che si riunì per la prima volta nel 1970, appena cinque anni dopo la dichiarazione conciliare Nostra aetate, proprio in Giappone, a Kyoto. “Oggi, la nostra collaborazione continua con lo stesso spirito”, ha proseguito Ayuso Guixot, salutando Nichiko Niwano, il primogenito succeduto a Nikkyo, e sua figlia Kosho Niwano, co-presidente internazionale di Religioni per la pace e membro del consiglio di amministrazione dell’International dialogue centre – Kaiciid.
In proposito il segretario del Pontificio Consiglio ha espresso compiacimento per l’assegnazione del trentatreesimo Premio Niwano al Centro per la costruzione della pace e della riconciliazione in Sri Lanka. “Si tratta – ha detto – di un modello ed esempio per tutti noi nel lavoro di costruzione di un clima di fiducia e di relazioni”, come proposto anche da Papa Francesco attraverso i suoi continui inviti a “un dialogo basato sul rispetto e sull’amicizia”.
Sempre citando il Pontefice, il vescovo ha concluso ricordando le sue parole al Bandaranaike Memorial International di Colombo il 13 gennaio 2015: “Spero che la collaborazione interreligiosa ed ecumenica dimostrerà che, per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identità, sia essa etnica o religiosa”.