tv and media in the Vatican

ZENIT

Come coprire un evento con Papa Francesco

Padre Antonio Spadaro illustra l’utilizzo dei nuovi media al seminario dei giornalisti cattolici tenutosi a Cracovia dal 12 al 14 maggio

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Uno dei temi centrali del seminario dei giornalisti cattolici svoltosi a Cracovia dal 12 al 14 maggio, grazie all’impegno organizzativo e ideativo del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), ha riguardato l’uso dei nuovi media ai fini della divulgazione del messaggio religioso.
Tra gli interventi più attesi, quello di padre Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica e noto esperto dei nuovi media in ambito cristiano, ai quali, fin dal 2011, ha dedicato un blog intitolato CyberTeologia (l’intelligenza della fede al tempo della Rete: www.cyberteologia.it).
L’intervento di Spadaro, intitolato Come coprire un evento con Papa Francesco, è stato molto apprezzato per il taglio pragmatico con cui ha affrontato il difficile argomento: non una enunciazione di principi astratti ma un esempio concreto basato su un video realizzato durante il viaggio apostolico di Papa Francesco nelle Filippine (15-19 gennaio 2015).
Il video, che è stato proiettato nella sala dove si è svolto il seminario, costituisce l’efficace testimonianza di un viaggio che – come disse il Santo Padre nel suo saluto ufficiale – voleva esprimere la vicinanza “ai nostri fratelli e sorelle che hanno patito le sofferenze, i danni e le devastazioni causate dal tifone Yolanda”.
Padre Spadaro, che segue i viaggi di Papa Francesco commentandone gli eventi anche per conto della RAI, confezionò per l’occasione questo video basandosi su un mix di elementi comunicativi: tweet, foto, filmati e interventi verbali, ora a cura della redazione, ora a cura dello stesso Spadaro.
Il video, strutturalmente semplice ma coinvolgente sotto il profilo emotivo, si snoda lungo un crescendo di episodi: la danza di accoglienza all’aeroporto, le prime pagine dei giornali, il cardinale Tagle che saluta il Papa, Francesco nelle strade di Manila, Francesco in un centro per bambini, Francesco che incontra le famiglie, il Papa che celebra la messa, il Papa con l’impermeabile giallo sotto la pioggia battente… il tutto sottolineato da una colonna sonora con il tratto dominante del pianoforte.
Da un punto di vista tecnico, si potrebbe definire il video come un “collage” di strumenti comunicativi, ma la fluidità di scorrimento delle immagini offre il senso di un continuum dove i diversi media si fondono in modo armonico. Padre Spadaro ha presentato il video con la definizione di “Live Tweeting” ed è indubbio che, dalla fusione dei sintagmi, nasce un messaggio nuovo, il cui esito complessivo si giova degli elementi che lo compongono.
 
È tuttavia importante precisare che l’intervento di Spadaro al seminario di Cracovia non era incentrato sulle proprietà del mezzo tecnologico, quanto piuttosto sui modi di utilizzo del mezzo per rappresentare l’eccezionalità di un personaggio: Papa Francesco, con la sua carismatica capacità di dialogare con la gente.
Al termine della proiezione, infatti, padre Spadaro ha illustrato ai presenti le linee compositive del video affinché fossero più chiari gli elementi di linguaggio utilizzati e, soprattutto, la loro convergenza con il “gesto personale” del Pontefice.
“Misericordia e compassione sono state le due parole chiave di questa visita – ha detto Spadaro –. Alla funzione religiosa celebrata a Manila c’erano circa sette milioni di persone, e tuttavia il Papa non si rivolge mai alla massa come entità astratta, ma cerca la persone una per una. La sua gestualità non è mai da platea ma da incontro. La risposta della ‘piazza tradizionale’ al linguaggio inedito del Papa è molto forte, ma lo è altrettanto quella della ‘piazza digitale’: basti pensare al grande successo della sua presenza su Twitter con ventotto milioni di follower. Il Papa vive benissimo nell’ambiente digitale perché il suo linguaggio è immediato, autentico, facilmente condivisibile…”.
“Più che le immagini televisive – ha continuato il direttore di Civiltà Cattolica – sono le immagini e i video ripresi dai fedeli che raccontano il Papa nella sua forza pastorale e simbolica. Una forza basata sul realismo dell’esperienza e sul calore della condivisione: il ‘Papa del popolo’ viene raccontato dal popolo che coglie non soltanto i suoi gesti ma anche il contesto dei gesti che muovono dal di dentro…”.
Antonio Spadaro ha quindi concluso il suo intervento presentando una efficace analogia fra “due grandi figure di comunicatori, ma per motivi opposti”: Papa Francesco e Giovanni Paolo II.
“Karol Wojtyla era un cultore della parola poetica, modellava il gesto al ritmo della parola. Per Bergoglio invece è il contrario: è il gesto, l’azione, che fa sprigionare la parola e la plasma”. Ed è appunto questa spontanea esigenza comunicativa – ha spiegato Spadaro – che a volte spinge l’attuale Pontefice a buttar via il testo già scritto per sostituirlo con un intervento a braccio: “Papa Francesco sente a volte una distanza tra il testo che ha preparato e ciò che sente di voler dire sul momento. E dunque improvvisa, magari facendo ricorso a un traduttore. C’è una oralità radicale nella parola di Bergoglio: la parola scritta, per esprimere l’autenticità del suo sentire, deve portare con sé le radici dell’oralità quotidiana…”.

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Massimo Nardi

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