Discesa dello Spirito, Steinhausen / Rottum / Wikimedia Commons - Bene16, CC BY-SA 3.0

La necessità di vincere il mondo dentro di noi!

Lo Spirito Santo è l’unica fonte capace di tutelare il cuore dalle insidie esterne e dalla confusione morale, intellettiva, religiosa

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Un cristiano se veramente vuole dare il suo contributo alla rinascita della realtà in cui vive deve prepararsi, come ha fatto Gesù, a vincere il mondo dentro di sé. È sicuramente un modello esistenziale contro corrente, ma è la traiettoria più giusta per cambiare le cose che ci stanno intorno. Una indicazione universale che attraversa e comprende il genere umano nella sua diversità e nelle mille articolazioni che interessano i vari segmenti sociali, nessuno escluso.
L’esempio di Cristo in questa direzione non può essere vissuto solo come una attenta tradizione religiosa,  elevandolo magari ad una Lectio Magistralis o comunque ad un formale riconoscimento popolare. L’uomo può e deve fare di più! Il Figlio dell’Uomo è venuto sulla terra per donare a tutti la migliore “ricetta” di vita, anche se ognuno continua a far finta di non conoscerla. Lui ha vinto il mondo, senza sottometterlo.
Sarebbe stata altrimenti una sconfitta troppo grande per l’universo intero, nonostante in molti considerassero il Messia un liberatore dai guasti politici, economici e sociali di allora. Cristo vinse il mondo dentro di sé, salendo sulla croce. Non permise mai a coloro che decisero di eliminarlo fisicamente di infangare o di contaminare il suo spirito. Rimase sempre libero e legato al Padre.
I suoi detrattori, ancora oggi presenti e ben strutturati, sono convinti di averlo vinto, ma è Gesù che invece, pur nella atroce sofferenza ricevuta, si è innalzato al di sopra della miseria umana. Perdonò i suoi carnefici e indicò loro la strada da percorrere per potersi redimere e salvare. Nemmeno un solo pensiero umano di stoltezza, di male, di prepotenza, di vendetta, di gelosia, di invidia, di corruzione, riuscì a sfiorarlo in alcun modo; a conquistarlo; a distrarlo dall’amore eterno del Padre.
Il problema vero del mondo non è perciò quello di governare o sottomettere il pensiero degli altri, perché mai nessuno potrebbe veramente farlo, anche se si continua a credere l’opposto. Non a caso si foraggiano con più frequenza varie consorterie specializzate in questa antica diavoleria. L’uomo comunque con l’animo perverso continua ad illudersi di poter manipolare tutto ciò di cui pensa di avere bisogno. Dimentica però che nel tempo ogni castello senza stabili fondamenta è destinato a crollare. Restano di conseguenza a memoria pesanti macerie, fino a quando l’uomo, convinto della necessità di ricostruire un domani migliore, rinunci al male e alla tentazione di potersi sostituire al Creatore.
Per avviare un tempo nuovo è necessario comprendere come sia possibile vincere, anche senza aggredire il male ricevuto, evitando di cadere nella trappola di rispondere con la stessa mediocrità del cuore e della mente. Chi è nella cattiveria non teme su questa strada concorrenti. È di solito lontano dalla verità del Signore e non ha nulla da perdere dinnanzi al prossimo, pur se a volte si cinge con vesti rassicuranti. I santi, le donne e gli uomini illuminati, qualsiasi sia stato il ruolo occupato, hanno vinto il mondo dentro di loro e sono diventati luce per chiunque non abbia mai voluto rassegnarsi al buio. Quante volte la società si è trovata o si trova a perdere la connessione con il cielo?
L’ispiratrice del Movimento Apostolico, di cui seguo la spiritualità, per fare un esempio vissuto, non si è arresa dinnanzi alle sferzate malefiche che cercavano di colpirla dall’esterno, per interrompere il suo ispirato cammino di fede, né tantomeno ha mai risposto alle puntuali aggressioni verbali.  Lei non si è fermata; non si è scoraggiata; è andata avanti e ha vinto il mondo dentro di sé.  Non ha permesso che la meschinità dei pensieri artefatti di qualcuno, tra l’altro in cattiva fede, potesse infrangere la sua missione nella Chiesa, quella di ricordare la Parola del vangelo, spesse volte dimenticata.
La condizione di credente di ognuno non può comunque fermarsi al sano tentativo o meno di convincere qualcuno alla conversione. Non si può essere procacciatori di “affari” spirituali! L’aiuto più grande da offrire al fratello è vincere il mondo dentro di noi, senza cadere nelle sue ragnatele e nei suoi meandri oscuri o nelle tante rappresentazioni capaci di truccare e manomettere la realtà, attraverso una serie di effetti speciali. Bisogna di conseguenza rimanere solidamente ancorati alla legge del Signore. È difficile, ma è bello e saggio poterlo fare. È il modo vero per partecipare ad una vera rivoluzione capace di cambiare ogni cosa, senza utilizzare armi chimiche; mettere in campo la corruzione; inquinare le relazioni; alterare la natura e i suoi principi ontologici, oggi all’ordine del giorno.
Il male può essere ovunque: in famiglia; nel posto di lavoro; nel gruppo associativo di riferimento; in campo politico, economico, sportivo, artistico, ricreativo; nella Chiesa, ecc. L’uomo non può evitarlo da se stesso, né tanto meno intervenire per debellarlo! Se vuole superarlo dovrà necessariamente ristabilire dentro di sé quell’equilibrio interiore che lo metta al riparo dal disastro che lo circonda. Se ogni persona si muovesse in questa direzione si ridurrebbe drasticamente il terreno del maligno e aumenterebbero i cuori tutelati dallo Spirito Santo, rivolti al bene comune. Se il bene avanza, il male arretra.
Il genere umano deve riscoprire la sua dimensione soprannaturale, invocando su di sé lo Spirito Santo. Una azione interiore indispensabile che vale per tutti, anche per la missione della Chiesa Cattolica, come ci insegna ogni giorno Papa Francesco. Al di fuori di essa c’è il caos del cuore e della mente. Scrive, senza giri di parole, in proposito il teologo mons. Di Bruno: Se lo Spirito Santo non mantiene in vita il mistero della Chiesa, questa diviene una combriccola, un cumulo, un ammasso di uomini stanchi, demotivati, sfiduciati, depressi, oppressi, ottenebrati, ciechi, senza luce, verità, amore, giustizia, misericordia, santità”.
Lo Spirito Santo è l’unica fonte capace di tutelare il cuore dalle insidie esterne e dalla confusione morale, intellettiva, religiosa, alimentata ogni giorno da una nuova Torre di Babele. Un ammasso di pensieri intoccabili che, nel nome di una finta libertà, conduce l’uomo al di fuori di una fraterna comunione che, solo nella Parola, può costruire quelle alleanze tra gli uomini, in grado di cambiare la storia all’insegna della pace, della vera giustizia, dell’equità sociale, della dignità di ogni essere umano.
Unità reale, fuori dai compromessi al ribasso, portatrice di autentico ristoro economico, sociale, politico, religioso. Al di fuori di essa il rischio non è altro che l’esaltazione gratuita di ogni cosa priva di sapienza divina e la disconnessione con le luci di verità dello stesso Spirito Santo, spente “in rete” per la mancanza di preghiera, fede e ricerca spirituale quotidiana.    
Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Pio: https://www.facebook.com/troppaterraepococielo

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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