Wlodzimierz Redzioch e Renato Buzzonetti (Foto WR)

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Quando Wojtyla disse di Agca: “Quell’uomo voleva sapere il terzo segreto di Fatima”

L’attentato a Giovanni Paolo II raccontato dal dott. Renato Buzzonetti, suo medico personale

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Nel libro Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici e i collaboratori raccontano (Edizioni Ares, ares.mi.it/products-accanto-a-giovanni-paolo-ii-591.html), nella testimonianza del medico personale del Papa, dott. Renato Buzzonetti, si trovano anche i ricordi riguardanti l’attentato.
Ecco cosa risponde dott. Buzzonetti alla domanda di Włodzimierz Rędzioch: Giovanni Paolo II era persona sanissima, sprizzava energia, sembrava di non aver bisogno dei medici; tutto cambiò con l’attentato. Cosa può dirci di quel terribile fatto?
La cronaca di quel 13 maggio 1981 è stata già raccontata mille volte, sotto tutte le angolazioni. Fino ad oggi manca invece la testimonianza diretta della Vittima, che si può ricostruire solo da frammenti del suo vissuto in quelle tragiche ore. Nell’autoambulanza, con cui io l’accompagnavo al Policlinico Gemelli, pronunciò ininterrottamente queste parole in polacco “Gesù, Madre mia” e nulla più. Nel testo dell’Angelus, faticosamente letto dal letto del reparto di rianimazione la domenica successiva, aggiunse di sua iniziativa la parola “fratello” al perdono dell’assassino. Forse questa è la sintesi eloquente di quelle ore di lotta per la sopravvivenza.
Da parte mia non ho mai chiesto nulla al Papa di quelle giornate veramente terribili. Egli ne ha parlato qualche volta con me, quasi sorridendo: «Quell’uomo – diceva – voleva per forza sapere il terzo segreto di Fatima», alludendo ad Alì Agca.
Posso però ricordare che, risvegliandosi al Gemelli dall’anestesia, dopo l’intervento che durò cinque ore, disse: “come Bachelet”. Io gli dissi: “No, Santità, perché lei è vivo e vivrà, Bachelet no”. Credo che citasse quel nome perché fu molto colpito dalla morte di Bachelet avvenuta l’anno prima. Era il Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980, il Papa lo conosceva bene perché, ex Presidente Generale dell’Azione Cattolica Italiana, era membro del Pontificio Consiglio per i Laici, di cui il cardinale Wojtyła aveva fatto parte.  Per Vittorio Bachelet volle celebrare una solenne messa di suffragio in San Pietro pochi giorni dopo la sua morte.
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Fonte: W.Redzioch, Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici e i collaboratori raccontano (Ares, 2014)

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ZENIT Staff

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