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Fedele adesione a Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 21,15-19

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Lettura
Tre volte il Risorto rivolge a Pietro una domanda sulla lealtà delle intenzioni, più che sulla bontà dei sentimenti. In effetti, chiedendo insistentemente, il Signore suscita nel discepolo – ed educa ciascuno a formulare – la domanda quotidiana, la questione vitale: Signore, cosa vuoi che io faccia? Il dialogo si svolge in modo strettamente personale: nulla è importante quanto l’adesione a sé, che il Risorto propone e chiede. Qualsiasi situazione mondana, ogni tipo di contesto ecclesiale è secondario rispetto alla relazione personale con il Signore.
Meditazione
Nell’interpretazione di questo brano ci si sofferma più sul contenuto delle domande e delle risposte che sul livello delle persone, cioè l’Io di Gesù che interpella il tu di Pietro e viceversa. Ciascuno dei due dialoganti è unico, così pure il contesto. Tale colloquio, come altri nei Vangeli, è uno stimolo, non una fotocopia per il dialogo tra il mio io e Gesù Risorto. Accade, tuttavia, di indugiare sui concetti invece che sui soggetti. Sicuramente a me Gesù oggi rivolgerebbe domande diverse o forse nessuna, perché io, qui e ora, sono altro rispetto a Pietro e a qualunque altra persona. Ma questo non mi deve destabilizzare, perché Gesù è sempre lo stesso, solo Lui assicura continuità e fedeltà. Anche se Egli tacesse davanti a me, dovrei essere certo che c’è più parola nei suoi silenzi che in tutte le lingue e i libri del mondo, come, d’altra parte, ogni sua parola induce al silenzio vero molto più di qualsiasi tecnica di concentrazione o di rilassamento. L’apparente assenza o latitanza di Gesù è segno efficace della sua Presenza molto più di qualsiasi soddisfazione ai miei sensi, senza dimenticare che ogni esperienza di Lui, anche la più evidente, ha senso solo se conduce a sperimentare l’ineffabilità del suo Mistero. È in noi che c’è contraddizione, non certo in Lui! Quello che occorre praticare è il porre se stessi davanti a Gesù, senza nessun condizionamento legato a pensieri o attese precedenti, rinunciando a ogni richiesta particolare o generale, che riguardi noi o altri, o la Chiesa oppure il mondo. Ci deve bastare il sapere che Gesù sta davanti a noi, a faccia a faccia con noi, e tutto il nostro esercizio dovrebbe essere quello di imitarlo nella piena e incondizionata presenza davanti a Lui.
Preghiera
Maria, Turris ebùrnea! O Maria, tu dell’avorio condividi il candore, la preziosità, il vigore; tu risplendi tutta di Luce divina, tutto di te appartiene a Dio, di Lui ci mostri la grandezza, nessuno come te è potente contro il male; aiuta e sostieni anche noi a restare sempre fedeli al Signore.
Agire
Contemplando Maria, dalla quale è nato Gesù, agnello innocente che toglie le nostre colpe, avrò rispetto del Figlio, che sarà fondamento di ogni mia azione, criterio di ogni scelta.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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