L’impegno diplomatico della Santa Sede per l’Ucraina potrebbe concretizzarsi in una visita del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, che si svolgerà presumibilmente il prossimo mese. Ad annunciarlo è stato lo stesso Parolin, durante il suo discorso tenuto stamattina presso l’Università di Tartu, una delle tappe del suo viaggio in Estonia.
Il Segretario di Stato ha ricordato quanto papa Francesco nutra particolare apprensione per gli sviluppi del conflitto in Ucraina, per la quale ha appositamente indetto la colletta tenutasi lo scorso 24 aprile.
Questo “atto di carità”, ha spiegato il porporato, è stato inteso dal Santo Padre con l’obiettivo di “alleviare la sofferenza” ed è un’espressione della “vicinanza personale e solidarietà” di Francesco e dell’intera Chiesa, nella speranza di riportare la pace perduta.
La Santa Sede, ha aggiunto Parolin, è “particolarmente preoccupata per il peggioramento della situazione umanitaria”, a causa del persistente conflitto e dell’“inflazione estrema”, che ha ridotto il potere d’acquisto, riducendo alla fame più di mezzo milione di persone, cui si aggiungono circa un milione e mezzo di sfollati.
Il cardinale ha quindi denunciato l’emergenza sanitaria e l’impossibilità per numerosi bambini di andare a scuola, a causa di “gravi forme di trauma”, provocate dalla violenza “subita o testimoniata”, che ne ha provocato, in alcuni casi la perdita della “capacità di leggere e scrivere”.
Pur rappresentando una “minoranza” religiosa in Ucraina, la Chiesa Cattolica è stata finora “molto attiva” nel rispondere alle “necessità della popolazione”, nonostante le sue risorse siano “inadeguate a rispondere all’enormità del compito”.
Per andare incontro alle emergenze umanitarie nel paese, in particolare nelle aree più critiche, la Santa Sede sta preparando “specifici interventi per il bene di tutti, senza discriminazioni in base alla religione o confessione”.
A livello diplomatico, poi, la Santa Sede sta insistendo sulla “importanza del rispetto del diritto internazionale ed umanitario”, con particolare riguardo per gli accordi di Minsk, incoraggiando tutti i soggetti coinvolti “in un processo di dialogo al fine di superare le attuali difficoltà ed alleviare le sofferenze della popolazione”.
Al termine del discorso, preso atto della “gravità della situazione attuale”, il cardinale Parolin ha annunciato: “Dovrei recarmi in Ucraina il prossimo mese, per esprimere la solidarietà del Santo Padre a coloro che soffrono”.
Nel corso della conferenza, il cardinale Parolin ha affrontato il tema La Santa Sede e le relazioni internazionali, soffermandosi sulla necessità che l’Europa continui a tutelare e proteggere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, come del resto auspicato da papa Francesco nel suo storico discorso al Parlamento Europeo di Strasburgo, il 25 novembre 2014.
In tal senso, il porporato ha ripreso una metafora utilizzata dal poeta Clemente Rebora, che descriveva un pioppo, i cui rami raggiungono il cielo, pur agiati vigorosamente dal vento, mentre le radici sono ben piantate in profondità: allo stesso modo l’Europa, pur puntando ad nuovi obiettivi alti ed ambiziosi, ha bisogno della solidità del suo vastissimo patrimonio umano, artistico, scientifico, culturale e religioso.
Toccando il tema delle migrazioni, il Segretario di Stato ha menzionato la preoccupazione del Santo Padre per la crisi dei profughi, cui ha risposto con il concreto “gesto di solidarietà” della sua visita a Lesbo per incontrare “coloro che hanno intrapreso viaggi pericolosi verso il territorio europeo” e per lanciare un “appello al mondo per rispondere in maniera degna alla nostra comune umanità”.
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Ucraina: probabile visita di Parolin il prossimo mese
L’annuncio del Segretario di Stato durante il suo viaggio in Estonia: “Porterò la solidarietà del Papa ai sofferenti”