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Egitto. Cristiani e musulmani insieme contro gli abusi sui minori

Tawadros II e il Grande Imam di al Azhar hanno sottoscritto un impegno per fermare piaghe come le mutilazioni genitali e i matrimoni precoci

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Impegno comune a combattere la violenza e l’abuso sui minori. Lo hanno sottoscritto l’Università islamica di al Azhar – considerata la più autorevole istituzione teologico-accademica dell’islam sunnita – e il Patriarcato copto ortodosso attraverso un documento programmatico patrocinato dall’Unicef.
Le firme sono state sottoscritte il 9 maggio dal Patriarca copto ortodosso Tawadros II e dallo Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar. Nel testo, studiosi legati all’Università islamica e alla comunità copta hanno contribuito a delineare la tutela dei minori come priorità comune, condivisa sia dalla sensibilità islamica che da quella cristiana.
Come riferisce l’agenzia Fides, la campagna è finalizzata ad ostacolare due pratiche diffuse in alcune regioni del pianeta: le mutilazioni genitali e il fenomeno dei matrimoni precoci. Nel testo si fa riferimento inoltre ai rapimenti e agli abusi sessuali. Secondo i dati statistici più allarmanti, più del 70% dei minori egiziani subisce qualche forma di abuso e violenza anche in seno al proprio ambiente familiare e comunitario.
Oltre alle dichiarazioni d’intenti, il programma a cui aderiscono congiuntamente al Azhar e la Chiesa copta ortodossa prevede anche il coinvolgimento fattivo di almeno 850 responsabili di chiese e moschee – imam, sacerdoti, monaci, operatori pastorali – che nell’anno corrente seguiranno corsi di preparazione ad hoc, per poi impegnarsi in prima persona in campagne d’informazione miranti a sensibilizzare l’intera popolazione su queste piaghe.

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ZENIT Staff

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