Mamma / Pixabay CC0 - WolfgangBantz, Public Domain

Come un re

Prendendo lezione dai piccoli anche i sovrani imparano a “fare i grandi”

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E’ più contenta e fiera la mamma a spingere  la carrozzina che il bebè ad essere condotto.
Lui è portato in trionfo senz’altro come un re, come una personalità, come un campione. Come un re anche il bambino si lascia portare, ma del re non ha proprio né i pensieri né le preoccupazioni. Perché? È portato, protetto da una presenza rassicurante: la regina che Dio stesso ha messo al suo servizio, la mamma.
Non può, il piccolo, non lasciarsi portare perché la sua debolezza ha diritto ad essere un tutt’uno con la forza della mamma; nè può essere preoccupato perché sa che solo la mamma, sempre presente, ha il dovere, il diritto di addossarsi ogni preoccupazione per lui.
Nemmeno la mamma vedo preoccupata, anzi in quel volto risalta tutta la fierezza, la consapevolezza d’una regina che non può permettersi, neppure per un istante, la  minima ombra di inquietudine: ciò turberebbe il “piccolo re in carrozza”; è perfettamente serena, soprattutto perché ha “sposato” il Re dei re che le raccomanda di “gettare in Lui ogni preoccupazione”.
Messi a confronto, mamma e figlio, non saprei dire da chi dei due maggiormente imparo serenità; il bambino ha però il vantaggio di essere naturale maestro di fiducia e di abbandono. Da lui imparano non solo la mamma, ma anche tutti gli adulti che gli girano attorno.
Beati coloro che lo sanno guardare e “ascoltare”. “Il regno dei Cieli è di chi è come i bambini”.
Prendendo lezione dai piccoli anche i re imparano a “fare i grandi”.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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