Anna Politkovskaja: una “donna non rieducabile”

In scena a Roma un memorandum teatrale sulla giornalista russa morta in circostanze misteriose nel 2006

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Un monologo appassionante e commovente quello di Elena Arvigo all’Argot Studio, unica interprete di Donna non rieducabile: un memorandum teatrale su Anna Politkovskaja, la giornalista russa attivista per i diritti umani e fautrice della libertà di stampa, trovata morta nell’androne dalla sua abitazione a Mosca nel 2006, colpita da un proiettile alla testa, in circostanze tuttora misteriose.
La pièce interpretata e diretta dalla Arvigo trae ispirazione dal testo Donna non rieducabile dell’autore Stefano Massini e allora regista residente al Teatro delle donne, centro di drammaturgia, che mise in scena lo spettacolo, per la prima volta, pochi mesi dopo la morte della giornalista russa. Elena Arvigo, invece, ha a sua volta reinterpretato il testo – recitando in un monologo di circa 80 minuti, selezionando i momenti più salienti della vita della cronista, tra i quali spiccano i reportage a Groznyj in Cecenia, l’occupazione del teatro Dubrovka a Mosca e la strage di Beslan nel 2004.
Importante fu il ruolo di Anna Politkovskaja, nel sollevare il velo di ipocrisia nella guerra tra Russia e Cecenia, denunciando gli abusi dei soldati dell’allora Presidente Vladimir Putin verso gli ex fratelli dell’Unione Sovietica, con stupri, saccheggi e torture ai danni della poverissima popolazione locale, deprivata di cibo, acqua e anche della libertà di circolare nel Paese.
Appunti disordinati, confluiti nel libro Cecenia, il disonore russo del 2003, i cui richiami sono evidenti nel monologo che si ambienta per la maggior parte nella desolata landa cecena, che ha occupato molti dei pensieri e dei reportage e delle azioni della cronista della Novaja Gazeta, che non ha risparmiato aspre critiche alle scelte politiche di Vladimir Putin, alla sua “guerra fratricida” e alle sue truppe, avvalendosi di confessioni dei comandanti di entrambi gli schieramenti. Un primo avvertimento, nel 2004 quando la Politkovskaja è stata vittima di avvelenamento, mentre partiva alla volta di Beslan, per la crisi degli ostaggi nella scuola n°1 nell’Ossezia del Nord, dove morirono 176 bambini: una chiara avvisaglia che il suo interessamento politico non era gradito né al Cremlino né ai capi di Stato Maggiore.
Una scenografia essenziale, costituita dalla cornice di una porta in legno, che assume via via svariate funzioni, da casa a letto a bara, ecc. Un vuoto scenografico riempito dal pathos delle parole e dei video selezionati dalla Arvigo, che racconta gli attentati e la guerra con semplicità e accuratezza, toccando il cuore degli spettatori, con vivide descrizioni, vere e proprie istantanee di guerra.
A dieci anni dalla morte della Politikovskaja, uno spettacolo “memorandum” che getta nuovamente luce sul mistero della sua morte: assolti tutti i sospettati di omicidio per insufficienza di prove, sconosciuto tuttora il mandante, anche se non cessa l’ombra dei sospetti su Vladimir Putin – come affermò Vitalij Jaroševskij, vice-direttore della Novaia Gazeta – per il quale la cronista ucraina rappresentava “una donna non rieducabile” e dunque “scomoda”.
In contemporanea alle pièce, si svolgeranno una serie di iniziative ed eventi quali letture, dibattiti e presentazioni in programma fino al 15 maggio, in memoria di una cronista memorabile che ha innovato il giornalismo con uno stile oggettivo, ma partecipativo, ricco di immagini, ma scevro da giudizi. E così amava definirsi nei suoi saggi, un testimone dei fatti: “Sono una persona che descrive quello che succede a chi non può vederlo, dal momento che in Russia i servizi trasmessi in tv e gli articoli pubblicati sulla maggior parte dei giornali sono quasi tutti di stampo ideologico”.
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Al Teatro Argot Studio dal 3 al 15 maggio
Donna non rieducabile
Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja
di Stefano Massini
Un progetto di e con Elena Arvigo
Produzione: Teatro delle Donne – Centro di drammaturgia.
 
 

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Rita Ricci

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