Lettura
Gesù parla di preghiera con i discepoli, prepara i loro cuori a quella che Lui rivolgerà tra poco al Padre (cap. 17). Quando il discepolo prega, chiede al Padre secondo quello che Gesù suggerisce. Né più, né meno! La preghiera vera avviene nel nome di Gesù perché trae origine e motivazione dal suo insegnamento, dalla totalità della sua vita. L’ascolto però non va inteso come un processo mentale di apprendimento intellettuale; esso è piuttosto un risveglio del discepolo, che, interpellato dal Maestro, si accorge di se stesso, prende nuova coscienza di esistere, di esserci davvero, gli cadono i veli dagli occhi del cuore, vede di nuovo e rivolge questa nuova apertura di sé al Padre.
Meditazione
C’è un chiedere infantile, per necessità, e un chiedere adulto, nel desiderio di purificare e fortificare il rapporto personale. Chiedere nel nome di Gesù è un’invocazione tutt’altro che immediata o intimistica. Il Nome di Gesù è tutta la sua persona, la sua opera, il suo cammino, il suo radicamento nella totalità delle Scritture, la risonanza della sua Parola nell’oggi della Chiesa, la sua voce nella mia coscienza, la sua grazia operante nel mio cuore. Questo Evangelo è il dialogo aperto e senza veli con cui Gesù si rivolge a me, al quale dovrebbe corrispondere una risposta altrettanto aperta, consapevole di ciò che desidero essere, all’interno del mistero di Amore del Padre, vissuto e rivelato da Gesù suo Figlio. Questo tipo di preghiera è un ritorno continuo e sempre rinnovato a Gesù. Troppo spesso diamo tante cose per scontate, come l’avere fede, come se si trattasse di un fatto acquisito una volta per tutte, una risorsa a nostra disposizione per la quale basta sapere che c’è, che sta lì, da qualche parte, e che basti volerla prendere per averla subito, comunque. Ma la centralità della fede nel Nome di Gesù non regge senza una lotta costante, una verifica continua, una volontà di presenza di tutta la persona di fronte alla ben più grande personalità di Gesù. Questo è impegno di ogni ora che viene, di ogni giorno che si apre in vista di “quel giorno”. Forse finora non abbiamo chiesto nulla con tutta l’ampiezza del nostro cuore, rivolti con piena fiducia alla straordinaria ampiezza di Gesù. È giunto quindi il momento per ciascuno di intraprendere un cammino di recupero in comunione con Gesù, perché io non sono solo parte della Creazione ma, in Dio, tutta la Creazione prende senso in me.
Preghiera
Maria, Mater misericordiæ! Senza il tuo aiuto, o Madre, noi peccatori non siamo in grado di pregare, non sapremmo cosa chiedere, non saremmo capaci nemmeno di ringraziare. Chiedi per noi il perdono del tuo Figlio: è l’unica speranza rimasta per ritrovare noi stessi, per ritornare al Padre.
Agire
Eviterò le discussioni sterili, specialmente in materia di fede, e mi impegnerò nella testimonianza.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Pregare nel nome di Gesù
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 16,23-28