La salute e l’accesso ai servizi sanitari devono essere un “diritto universale” e non un “privilegio”. Lo ha ribadito stamattina, papa Francesco in occasione dell’udienza concessa ai volontari, sostenitori e amici, cooperanti di Medici con l’Africa – CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) di Padova.
Le testimonianze ascoltate in occasione dell’udienza, ha confidato a braccio il Pontefice, “hanno portato il mio cuore laggiù dove voi andate, semplicemente per trovare Gesù”.
Elogiando i presenti per il loro operato e per i loro “progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo”, il Santo Padre ha ricordato quanto la salute sia ancora “negata in diverse parti del mondo”, in particolare “in molte regioni dell’Africa”, rimanendo un “privilegio per pochi” e non un “diritto per tutti”.
“L’accessibilità ai servizi sanitari, alle cure e ai farmaci rimane ancora un miraggio – ha denunciato il Pontefice -. I più poveri non riescono a pagare e sono esclusi dai servizi ospedalieri, anche dai più essenziali e primari. Di qui l’importanza della vostra generosa attività a sostegno di una rete capillare di servizi, in grado di dare risposte ai bisogni delle popolazioni”.
In tal senso, le mete scelte dal CUAMM – paesi africani ed in particolare subsahariani – rappresentano “l’ultimo miglio” dei sistemi sanitari, vere e proprie “periferie geografiche”, per le quali il Signore manda “buoni samaritani”, come i medici oggi ricevuti dal Papa, i quali, uscendo incontro verso il “povero Lazzaro”, attraversano la loro personale “porta santa”, la quale “conduce dal primo al terzo mondo”.
In modo particolare, il Santo Padre ha elogiato il lavoro del CUAMM svolto a sostegno della maternità e della prima infanzia, nei paesi più problematici. “In Africa, troppe mamme muoiono durante il parto e troppi bambini non superano il primo mese di vita a causa della malnutrizione e delle grandi endemie”, ha sottolineato, incoraggiando i medici presenti a “rimanere in mezzo a questa umanità ferita e dolente”, diventando espressione della “Chiesa madre, che si china sui più deboli e se ne prende cura” e realizzando, così, la seconda opera di misericordia: guarire gli infermi.
“L’Africa ha bisogno di accompagnamento paziente e continuativo, tenace e competente. Gli interventi necessitano di impostazioni di lavoro serie, domandano ricerca e innovazione e impongono il dovere di trasparenza verso i donatori e l’opinione pubblica”, ha detto ancora Francesco, prendendo atto dei “tempi lunghi” con cui necessariamente prendono forma i progetti umanitari in terre come Uganda, Tanzania, Mozambico, Etiopia, Angola, Sud Sudan, Sierra Leone.
“Siete medici con l’Africa e non per l’Africa”, ha puntualizzato Bergoglio, sottolineando la vocazione del CUAMM a “coinvolgere la gente africana nel processo di crescita, camminando insieme, condividendo drammi e gioie, dolori ed entusiasmi” con popoli che sono “i primi artefici” e i “primi responsabili” del loro sviluppo.
Il Santo Padre ha quindi esortato i suoi ospiti odierni a mantenere il loro “peculiare approccio alle realtà locali”, assieme alla collaborazione con le chiese e i governi locali, continuando ad evitare ogni forma di “proselitismo”.
Il CUAMM, da parte sua, ha detto Bergoglio, può contare sul modello del suo fondatore, Francesco Canova, e del suo storico direttore, don Luigi Mazzuccato, scomparso lo scorso novembre all’età di 88 anni, il quale nel suo testamento spirituale scrisse: «Nato povero, ho sempre cercato di vivere con il minimo indispensabile. Non ho nulla di mio e non ho nulla da lasciare. Il poco vestiario che possiedo lo si dia ai poveri».
Esempi di una “missionarietà evangelicamente profonda”, quelli di Canova e Mazzuccato, espressione di una Chiesa che non è una “super clinica per vip” ma piuttosto un “ospedale da campo”.
“Una Chiesa dal cuore grande, vicina ai tanti feriti e umiliati della storia, a servizio dei più poveri”, ha poi concluso il Papa, prima della benedizione finale.
Il Papa al CUAMM: “Siete espressione di una Chiesa ‘ospedale da campo’ non ‘superclinica per vip’”
L’elogio di Francesco ad un gruppo di medici missionari in Africa, ricevuti stamattina in udienza. “La salute sia diritto di tutti, non privilegio di pochi”, dice il Santo Padre