Alla vigilia della 50° Giornata per le Comunicazioni sociali, l’associazione Greenaccord Onlus e la Casa di Santa Francesca Romana, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, hanno organizzato domani sabato 7 maggio dalle 9 a Roma il convegno “La comunicazione è sociale?”. L’incontro si svolgerà presso la Casa di Santa Francesca Romana a Ponte Rotto, via dei Vascellari 61, e sarà aperto dalla prolusione di monsignor Antonio Interguglielmi, cappellano della sede Rai di Saxa Rubra e direttore della Casa di Santa Francesca Romana e di Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord. A seguire una relazione della presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, Vania De Luca.
Subito dopo si terrà una tavola rotonda sul ruolo della comunicazione sociale, alla quale prenderanno parte Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Filippo Nanni, vicedirettore Rainews24, Roberto Orsi, direttore Osservatorio Socialis e Luca Mattiucci, responsabile del settore sociale del Corriere della Sera. Per capire di che si tratta e quali sono le finalità dell’incontro ZENIT ha intervistato mons. Antonio Interguglielmi.
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Che cosa è la comunicazione per gli uomini?
Per gli umani la comunicazione è l’opportunità di mettere in comune idee, concetti, condividere e costruire. Oggi si rischia però a far si che la comunicazione sia più importante dell’idea stessa. I nuovi media insieme ad opportunità impensabili pochi anni fa, comportano il rischio di mettere il mezzo al di sopra dell’idea: importante è comunicare, non cosa comunicare. Talvolta non esiste neanche un idea, un progetto ma si comunica comunque e così i confini tra una vera e falsa notizia divengono sempre più complicati da identificare.
Che cosa è, invece, la comunicazione per gli uomini di fede?
Per una persona di fede comunicare invece vuol dire condividere la verita’ quella di Cristo. Ricordiamo che il Vangelo è la comunicazione della notizia più straordinaria della storia: Cristo è Risuscitato. Questa è la notizia che portano gli apostoli per il mondo, è la notizia che un uomo di fede “comunica”, con la sua vita prima di tutto, ma anche con tutti i mezzi che ha a disposizione.
Che cosa intende quando parla di comunicazione come strumento di Misericordia?
Lo strumento della Misericordia è il perdono, quello che sperimenta l’uomo che si incontra con Gesù Cristo. Questa scoperta, che viene da Dio, rende l’uomo libero. Ecco che dare testimonianza, comunicare questo è l’opera di Misericordia più grande.
La comunicazione sottintende relazione e quindi non può che essere sociale. Che cosa distingue la buona dalla cattiva comunicazione?
La buona comunicazione è quella che racconta gli avvenimenti, e tutti non solo quelli da audience, senza condizionamenti, senza intenzione d’influenzare, quella che dà la libertà di pensiero.
La cattiva è quella che cerca un tornaconto, che ha uno scopo nascosto: sempre questa ti chiude la mente è non ti dà la possibilità di comprendere e avere una propria idea. In fondo manifesta il non rispetto dell’uomo, quindi un atteggiamento non solo antievangelico, ma anche disonesto.
Di redente il direttore della Rai ha scelto di limitare i commenti e le trasmissioni sulle notizie di cronaca nera. Qual è il suo parere in proposito?
Condivido. Il mondo non è solo cronaca nera la vita è bella e colorata e bisognerebbe parlare anche degli aspetti positivi per dare la possibilità di comprenderla appieno.
Comunicazione tra verità e misericordia
Domani alla Casa di Santa Francesca Romana si discute di comunicazione, tra la buona e la cattiva notizia