In questi giorni drammatici, Aiuto alla Chiesa che Soffre è vicina al popolo siriano e in particolar modo agli abitanti di Aleppo, ridotta in macerie dopo quattro anni di incessanti combattimenti.
Prima dell’inizio della guerra nel 2011, in città vivevano oltre 150mila cristiani, mentre ora ne sono rimasti circa 40mila. “Oggi – ha affermato monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo – abbiamo paura che Aleppo diventi una nuova Mosul”.
Per sostenere i cristiani e permettere loro di continuare a vivere nel proprio paese, ACS sta promuovendo il progetto Accendi una luce ad Aleppo, una raccolta fondi per donare l’elettricità necessaria a sopravvivere. Due ampere sono il quantitativo minimo per accendere appena due o tre lampadine ed una radio o un televisore. La Fondazione si è impegnata a garantire tale quantitativo per almeno un anno a 624 famiglie cattoliche della città, per un totale di 140mila euro.
Aiuto alla Chiesa che Soffre, che dall’inizio della crisi in Siria ha realizzato progetti a sostegno della popolazione locale per oltre 10milioni e 400mila euro, ha quindi deciso di offrire questo semplice ma fondamentale aiuto per alleviare il tragico quotidiano dei cristiani aleppini. Così le donne, che trascorrono molte ore in quello che rimane delle loro case, potranno avere il minimo conforto per le necessità domestiche ed i loro figli potranno continuare a studiare anche al calar del sole. “Una vita al buio è impossibile da immaginare, ma ad Aleppo è diventata realtà – afferma il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro – ecco perché vi chiediamo di sostenere questo progetto. Perché, appunto, Aleppo non diventi una nuova Mosul”.