Cardinal Parolin

Cardinal Parolin - Foto © ZENIT - HSM

Parolin: "Santa Sede preoccupata per un'Europa che costruisce muri e non ponti"

Il Segretario di Stato è intervenuto oggi ad un convegno al Senato sulla libertà religiosa

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L’Europa che si chiude di fronte a chi fugge da fame, guerre, e persecuzioni religiose preoccupa la Santa Sede. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, al convegno al Senato sul tema Libertà religiosa, diritti umani, globalizzazione, promosso e moderato dal giurista Carlo Cardia.
Ribadendo l’invito di Papa Francesco a costruire ponti e non muri, nel suo intervento, il porporato ha ricordato che domani il Pontefice riceverà il Premio Carlo Magno: “Sarà quella una nuova occasione per ricordare all’Europa la sua vocazione umanistica, che è vocazione all’apertura e alla solidarietà verso tutti”, ha detto.
E ha invitato i leader religiosi ad impegnarsi per la tutela di tutti i credo religiosi.  Perché “viene lo sgomento se si pensa quanto si è lavorato a livello internazionale per allontanare lo spettro della guerra e poi ci troviamo di fronte a nuove aberrazioni” dove la religione troppo spesso viene usata per dividere.
In Europa – ha osservato il Segretario di Stato – “permangono aspetti del laicismo che vuole emarginare la religione dalla sfera pubblica. Mi pare che questa sia una caratteristica che è sempre stata presente, che è presente anche oggi e contro la quale si deve reagire, proprio perché la religione, con i suoi valori, può portare un contributo anche sulla scena pubblica e nel dibattito civile e sociale”.

“Il dialogo interreligioso – ha poi aggiunto il cardinale citando direttamente il Papa – è un lusso non aggiuntivo ma essenziale per fare passi avanti nella convivenza dei popoli. I leader religiosi devono mettersi al servizio del bene comune; ciò vuol dire che deve diventare una realtà di impegno quotidiana e concreta in modo da divenire dei punti di riferimento di chiunque voglia dialogare nel mezzo dei conflitti sociali”.
“Oggi si fanno le guerre senza nemmeno dichiararle”, ha proseguito, senza alcuna regola o limite. Per questo è necessario “fare tutto il possibile per la riconciliazione tra le parti”, agendo “come soggetti di pace” per “offrire soluzioni alternative a quelle di natura bellica”. Il fine è non solo “risolvere i conflitti”, ma adoperare “anche dopo che si è ottenuta la pace, da stabilizzarsi attraverso un sistema di riconoscimento dei diritti umani fondamentali”.
Nelle parole del primo ministro anche sul dramma della Siria. “Dobbiamo trovare – ha detto – una soluzione politica anche se tutto quello che è successo in questi anni ha prodotto una situazione ora da ricostruire. Ma vorrei terminare con una parola di speranza, i problemi sono tanti ma c’è anche la volontà, abbiamo gli strumenti”.
Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione