Fra Furino, giardiniere, è una tipica figura di frate paffutello, che ti fa ricordare il film di Marcellino pane e vino. Giorni fa, sono andato da lui per un ritiro spirituale. Mi ha accolto e mi ha portato a vedere il giardino del convento dove, con la fantasia di chi ama il lavoro dei campi, coltiva ogni ben di Dio.
In gabbia all’entrata tiene anche un pappagallo a cui ha insegnato un saluto. Per due volte abbiamo varcato quella porta e per due volte ho sentito il suo verso. Furino mi spiega che ad ogni persona che passa lui dice “buon giorno”, ma quando sente parlare con un tono irritato, proprio di chi vuol colpevolizzare qualcuno, il pappagallo del convento ripete: “colpa tua”.
“Colpa tua” sono due parole che nella testa del pappagallo non hanno significato, ma, nel momento in cui le senti, ti indispettiscono perché vorresti che la colpa fosse invece di un altro.
Ora che le ripenso e me le ripeto, le sento vere e benefiche. Quante pretese, quanti giudizi, quanti risentimenti mi hanno tolto le due parole del pappagallo di Furino.
Ora, quando allontano dal pensiero i giudizi, mi dico “buon giorno”, ma quando trattengo qualche giudizio e mi infastidisco del comportamento degli altri, ho imparato anch’io a dirmi: “colpa tua”; è la volta buona per raddoppiare la benevolenza verso gli altri.
Ciao da p. Andrea
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Colpa tua
Lo dico quando mi infastidisco del comportamento degli altri, ma quando allontano dal pensiero i giudizi, mi dico “buon giorno”