Libanese, 69 anni, Kahzen fa parte dell’Ordine dei Frati Minori della Custodia, dal 2004 è parroco di Aleppo e guardiano del convento francescano della città, nonché vicario delegato per il Nord della Siria. Dall’inizio della guerra è anche coordinatore degli aiuti raccolti dall’Associazione ‘Pro Terra Sancta’.
Proprio la drammatica situazione del suo paese è stato il centro del discorso del presule: “La cosa insopportabile – ha detto – è quando ti cade un mortaio davanti e vedi davanti a te un amico, un compagno, andare in pezzi e tu resti vivo per miracolo. Questo è il nostro quotidiano, insieme alla mancanza di elettricità e il restare per mesi senza una goccia d’acqua. Sopportano tutto ma la mancanza di acqua è la più dura. Finora dove c’é ancora il governo rimane una bella convivenza, in Aleppo abbiamo accolto nelle nostre scuole e quartieri cristiani i musulmani sfollati. Proprio loro quando vedono un cristiano partire ci dicono ‘per favore non lasciateci soli’…”
A proposito di profughi – che in Siria costituiscono ormai la metà della popolazione – mons. Kahzen ha ringraziato vivamente i milanesi e i lombardi per l’accoglienza offerta. Il religioso ha paragonato Milano all’Aleppo di una volta, “una città industriale con 43mila fabbriche e piccole aziende”. Soprattutto una città dove il grande mosaico di culture e religioni hanno da sempre convissuto pacificamente, nonostante il regime di Assad “rigido e duro, ma rispettoso e garante della libertà di espressione e della libera convivenza delle tante minoranze etniche presenti in Siria”.
Quel regime che ora l’Isis vuole distruggere nel tentativo di imporre lo Stato islamico. “La Siria – ha sottolineato il vescovo – è composta da 23 gruppi etnici religiosi diversi. Era un bel mosaico che vogliono distruggere e ridurre a un colore solo: il nero”. Una parola Khazen la rivolge anche all’Europa: “Ci aspettavamo francamente dall’Europa un ruolo più attivo per la pace, perché siamo vicini di casa e per i legami culturali tra Oriente ed Europa”, ha affermato rispondendo a una domanda dei consiglieri regionali lombardi.
Il vescovo si è detto tuttavia ottimista riguardo gli esiti dei negoziati di pace: “Tutta la popolazione è stanca, vuole finirla ed è positivo perché così si è più disposti al dialogo, alle trattative e credo che pian piano si arriverà a una soluzione”. “Speriamo che si arrivi ad uno stato laico” in Siria, ha concluso, in tal caso “saranno valsi i sacrifici”.