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Il vescovo di Aleppo a Milano: "Non abbiate paura dell'altro"

Mons. Georges Abou Kahzen ha descritto la drammatica situazione della Siria nell’incontro di ieri al Pirellone con il Consiglio regionale. E ha affermato: “Ci aspettavamo di più dall’Europa per la pace”

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“Non abbiate paura dell’altro, ma al tempo stesso mantenete sempre la vostra identità e fate che sia rispettata e riconosciuta, senza permettere agli altri di annullarla e condizionarla: in sostanza predicate l’accoglienza continuando però a essere voi stessi”. È quanto affermato da mons. Georges Abou Kahzen, vescovo di Aleppo, durante l’incontro di ieri al Palazzo Lombardia con alcuni rappresentanti del Consiglio regionale.
Libanese, 69 anni, Kahzen fa parte dell’Ordine dei Frati Minori della Custodia, dal 2004 è parroco di Aleppo e guardiano del convento francescano della città, nonché vicario delegato per il Nord della Siria. Dall’inizio della guerra è anche coordinatore degli aiuti raccolti dall’Associazione ‘Pro Terra Sancta’.

Proprio la drammatica situazione del suo paese è stato il centro del discorso del presule: “La cosa insopportabile – ha detto – è quando ti cade un mortaio davanti e vedi davanti a te un amico, un compagno, andare in pezzi e tu resti vivo per miracolo. Questo è il nostro quotidiano, insieme alla mancanza di elettricità e il restare per mesi senza una goccia d’acqua. Sopportano tutto ma la mancanza di acqua è la più dura. Finora dove c’é ancora il governo rimane una bella convivenza, in Aleppo abbiamo accolto nelle nostre scuole e quartieri cristiani i musulmani sfollati. Proprio loro quando vedono un cristiano partire ci dicono ‘per favore non lasciateci soli’…”
A proposito di profughi – che in Siria costituiscono ormai la metà della popolazione – mons. Kahzen ha ringraziato vivamente i milanesi e i lombardi per l’accoglienza offerta. Il religioso ha paragonato Milano all’Aleppo di una volta, “una città industriale con 43mila fabbriche e piccole aziende”. Soprattutto una città dove il grande mosaico di culture e religioni hanno da sempre convissuto pacificamente, nonostante il regime di Assad “rigido e duro, ma rispettoso e garante della libertà di espressione e della libera convivenza delle tante minoranze etniche presenti in Siria”.
Quel regime che ora l’Isis vuole distruggere nel tentativo di imporre lo Stato islamico. “La Siria – ha sottolineato il vescovo – è composta da 23 gruppi etnici religiosi diversi. Era un bel mosaico che vogliono distruggere e ridurre a un colore solo: il nero”. Una parola Khazen la rivolge anche all’Europa: “Ci aspettavamo francamente dall’Europa un ruolo più attivo per la pace, perché siamo vicini di casa e per i legami culturali tra Oriente ed Europa”, ha affermato rispondendo a una domanda dei consiglieri regionali lombardi.
Il vescovo si è detto tuttavia ottimista riguardo gli esiti dei negoziati di pace: “Tutta la popolazione è stanca, vuole finirla ed è positivo perché così si è più disposti al dialogo, alle trattative e credo che pian piano si arriverà a una soluzione”. “Speriamo che si arrivi ad uno stato laico” in Siria, ha concluso, in tal caso “saranno valsi i sacrifici”.

 Nel pomeriggio il presule ha incontrato gli esponenti del Consiglio regionale e della Giunta lombarda.
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ZENIT Staff

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