Una scout confessata dal Papa: "Confessione semplice, come quelle in parrocchia"

Chiara, una delle giovani partecipanti al Giubileo dei Ragazzi, racconta dell’incontro con il Pontefice in piazza San Pietro

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Chiara, 23 anni a settembre, è laureata in riabilitazione psichiatrica. È partita da Delianuova sabato mattina. Con lei 34 guide e 36 esploratori, ragazzi dagli 11 ai 16 anni, del gruppo FSE Delianuova 1°, in provincia di Reggio Calabria.
L’attesa in via della Conciliazione, poi la confessione con uno dei sacerdoti presenti. L’arrivo del Papa. “Mi ero già confessata ma dovevo parlargli”, spiega, “avevo bisogno di avere un suo consiglio in merito ad una situazione che stavo vivendo”.
Con la determinazione che si apprende “alla scuola dei boschi”, Chiara non molla. Chiede il permesso. Il Papa acconsente. “Sono stata l’ultima. Ho pianto tutto il tempo. Non riuscivo a parlare. Mi ha accolto e messo subito a mio agio.
La confessione? “Normale, come quelle nella mia parrocchia, così semplice. Mi ha chiesto della mia quotidianità, delle difficoltà che incontro… Dall’uniforme ha capito che sono negli Scout d’Europa. Abbiamo parlato di questa scelta, della grande responsabilità che abbiamo nel servire i ragazzi. Semplicità, tanta e le risposte che cercavo. Di questa provvidenziale esperienza porto nello zaino umiltà, forza e speranza per ricominciare da dove sono partita”.
Pochi minuti di grande intensità. “Mi sono alzata, mi ha dato la mano e chiesto due volte di pregare per lui. Ho raggiunto le mie ragazze e piangendo tutte ci siamo abbracciate. È stato il modo di condividere il dono ricevuto”.
Un cammino, quello di Chiara negli scout, iniziato ad 8 anni come coccinella, poi guida e scolta. Quindi a 19 anni il servizio prima alle più piccole e da questo anno alle adolescenti: “Impegnativo non solo dal punto di vista del tempo da mettere a disposizione ma soprattutto della relazione.
Le ragazze hanno tante diverse esigenze: “È importante generare giusti rapporti, quella sana vicinanza che possa accompagnarle nel loro cammino”. In cambio “quella gioia che ti fa crescere, dentro, e diventare piano piano una donna di carattere”.
Quello di Roma, racconta la ragazza, è stato un Giubileo atteso e preparato: “Con le ragazze abbiamo riscoperto le opere di misericordia, in particolare dare da mangiare agli affamati e poi visitare i carcerati. Le squadriglie hanno fatto la spesa per loro diverse volte, scritto preghiere. Io sono andata a trovarli. Il servizio è il modo che ho per testimoniare il mio essere in cammino, l’adesione alla legge scout”.
L’articolo più impegnativo? “La guida sorride e canta anche nelle difficoltà, per me in questo momento. Ma ho chiesto, oggi, e mi è stata data, quella forza per andare avanti e sognare il mio futuro tra studio, una possibile famiglia ed il lavoro”.
 

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Laura Galimberti

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