Lettura
Riprende, dopo la festa di san Marco evangelista, la lettura continua del Vangelo di Giovanni che ci sta accompagnando in queste settimane del tempo pasquale. La proclamazione della Parola di Dio è esigente, come ci conferma il brano degli Atti degli Apostoli in cui è descritta la lapidazione che subisce Paolo per la sua testimonianza. Il contesto del brano evangelico è ancora quello dell’Ultima Cena e del discorso di addio di Gesù. Ai discepoli, intimoriti e tristi, ai quali il Maestro aveva appena promesso il dono dello Spirito Santo, adesso è rivelato quello della sua pace.
Meditazione
Pace – come felicità, successo, piacere – è un termine equivoco per il nostro tempo. Vi è quella effimera e superficiale di un mal compreso buonismo che non affonda le sue radici nell’amore, ma nell’apparenza vuota e inconsistente del contingente. Quella che indica Gesù, invece, è un dono che scaturisce dalla pienezza dei beni messianici e che conducono noi discepoli verso la medesima pienezza. Riempito da questa pace, il credente non può turbarsi né temere nulla, perché rimane in Lui, saldamente ancorato alla fonte della Pace. I discepoli sono chiamati a sperimentare, nella fede, il senso vero di questo dono e sono invitati a rallegrarsi perché Gesù va dal Padre, fonte dell’Essere e della vera Gioia: «Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre». Senza il suo ritorno al Padre, infatti, Gesù non può tornare a noi nello Spirito Santo. Il dono della pace è dato in anticipo ai Discepoli, proprio in vista della dolorosa separazione che sta per compiersi. Il Figlio di Dio ne è consapevole e accompagna i suoi preparandoli ad accogliere gli eventi che lo attendono: «Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Ma insieme alla pace, segno inconfondibile della presenza di Cristo nella storia, sta per scatenarsi l’offensiva del principe di questo mondo, la manifestazione drammatica del Male, del Separatore. Un male che non può nulla contro Dio, ma che può servirsi della fragilità umana per condurre le sue opere malvagie e distruttive. Proprio per sconfiggerle e per privarle del loro potere, Gesù deve attraversarle con il suo sacrificio e mostrare all’umanità il vero volto dell’Amore, quello che il Figlio ha verso il Padre, quello che il Padre, nello Spirito Santo, nutre verso ogni creatura.
Preghiera
Signore, in ogni Eucaristia ricevo il dono della tua pace, segno della tua presenza nella mia vita. Fa’ che accolga questo dono con consapevolezza e sappia farlo fruttificare in questa giornata, vincendo tante mie paure. Lasciandomi possedere dalla tua pace, possa io recare conforto ai fratelli.
Agire
Oggi sarò attento a custodire in me il dono della pace di Cristo, la costruirò nella mia famiglia e nel luogo di lavoro, ne farò dono, con gesti semplici e inosservati, a coloro che incontrerò.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Conservare la pace di Cristo
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 14,27-31