Si svolge oggi, in tutte le Chiese cattoliche d’Europa, la colletta promossa da Papa Francesco per “venire incontro alle sofferenze del popolo ucraino”, teatro dal 2014 di un duro conflitto che ha provocato oltre 9mila morti e tre milioni di sfollati interni, secondo le stime Onu. Tutto il ricavato della raccolta di oggi durante le Messe sarà consegnato alla Segreteria di Stato che la distribuirà alla popolazione grazie al Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’.
Tanti gli appelli del Pontefice ad aderire all’iniziativa. Ad essi si è aggiunto anche quello della Fondazione Migrantes che, in un comunicato firmato dal direttore generale mons. Giancarlo Perego, esorta a partecipare a questa “giornata di solidarietà, oltre che di preghiera per essere vicini concretamente al dramma di un popolo ferito e umiliato, anche per restituire loro il contributo in termini di lavoro, di assistenza che con generosità e dedizione offrono alle nostre famiglie e imprese”.
Soprattutto mons. Perego invita a “non dimenticare il dramma di una guerra silenziosa che ha fatto 1 milione di profughi, centinaia di morti”; e a non dimenticare anche “un popolo di oltre 200.000 persone che vivono nel nostro Paese, tra cui 40.000 fedeli cattolici con 55 cappellani che seguono le attività pastorali di 130 comunità”.
Gratitudine “per questo gesto concreto” del Papa è stata espressa anche a nome della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Italia da padre Volodymyr Voloshyn, coordinatore nazionale Migrantes per la pastorale per gli ucraini greco-cattolici in Italia. Quello del Pontefice – afferma – “è un gesto che vuole richiamare l’attenzione di tutti i fedeli della Chiesa Cattolica in Europa alla situazione drammatica di guerra in Ucraina della quale oggi non si parla più”.
Tanti gli appelli del Pontefice ad aderire all’iniziativa. Ad essi si è aggiunto anche quello della Fondazione Migrantes che, in un comunicato firmato dal direttore generale mons. Giancarlo Perego, esorta a partecipare a questa “giornata di solidarietà, oltre che di preghiera per essere vicini concretamente al dramma di un popolo ferito e umiliato, anche per restituire loro il contributo in termini di lavoro, di assistenza che con generosità e dedizione offrono alle nostre famiglie e imprese”.
Soprattutto mons. Perego invita a “non dimenticare il dramma di una guerra silenziosa che ha fatto 1 milione di profughi, centinaia di morti”; e a non dimenticare anche “un popolo di oltre 200.000 persone che vivono nel nostro Paese, tra cui 40.000 fedeli cattolici con 55 cappellani che seguono le attività pastorali di 130 comunità”.
Gratitudine “per questo gesto concreto” del Papa è stata espressa anche a nome della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Italia da padre Volodymyr Voloshyn, coordinatore nazionale Migrantes per la pastorale per gli ucraini greco-cattolici in Italia. Quello del Pontefice – afferma – “è un gesto che vuole richiamare l’attenzione di tutti i fedeli della Chiesa Cattolica in Europa alla situazione drammatica di guerra in Ucraina della quale oggi non si parla più”.
Dall’inizio della guerra – informa Voloshyn – i fedeli delle 130 comunità greco-cattoliche ucraine di rito bizantino presenti nelle diocesi italiane, insieme con i cappellani ucraini, ogni domenica si radunano nelle chiese per pregare ma anche per testimoniare la loro fede nelle opere di misericordia molto concrete: raccolgono fra di loro le offerte, il vestiario e gli alimenti ecc. e tutto viene poi spedito in Ucraina, ricorda ancora il sacerdote, a favore dei più bisognosi. Ultimamente i fedeli ucraini raccolgono anche denaro per i soldati ucraini feriti e in gravi condizioni: sono i figli, i mariti o i fratelli delle donne ucraine che “in silenzio e onestamente svolgono un servizio importante come l’assistenza ai malati e agli anziani nelle famiglie italiane”.
Domenica 24 aprile, spiega inoltre padre Volodymyr, per la Chiesa Greco-Cattolica ucraina in Italia (che segue il calendario giuliano) è la Domenica delle Palme, sarà quindi “un giorno importante perché tutti i fedeli ucraini si sentiranno sostenuti e rafforzati moralmente dall’appello di Papa Francesco che rappresenta una voce del popolo ucraino”.