Lettura
In questa quinta domenica di Pasqua, la liturgia ci riporta nel cenacolo durante l’Ultima Cena e ci ripresenta le parole pronunciate da Gesù prima della sua Passione. In pochi versetti, il verbo “glorificare” ricorre ben cinque volte. Questa insistenza ci ricorda che, al contrario di quanto ritiene la nostra logica umana, ciò che veramente glorifica l’uomo è l’amore, il dono di sé incondizionato e senza misura. Comprendere questa realtà non è immediato. Gesù, con la sua grazia, ci aiuta a trasformarla in vita vissuta, in scelta che si rinnova ogni giorno, in decisione che conduce alla gioia e alla vera libertà.
Meditazione
Il turbamento di Gesù per il dramma che ormai sta per compiersi cede il passo ad un atteggiamento di lode che a noi suona sconcertante: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato». Quell’ora sollecitata dalla Madre alle nozze di Cana e che ha scandito l’intero Vangelo di Giovanni, sta per realizzarsi ora senza ulteriori attese. Gesù si pone già al di là della morte e, con le sue parole, lascia intravvedere il compimento della sua missione tra le braccia del Padre, cioè la glorificazione. Egli ci insegna la via attraverso cui accedere alla Speranza cristiana, quella che vince la paura e rende veramente liberi da ogni paralisi interiore. Con la Pasqua ha avuto inizio questa esperienza di novità per tutti i credenti, il definitivo passaggio dalla morte alla vita sia in relazione al passato, a ciò che si è compiuto in Cristo una volta per tutte, che in prospettiva futura, con lo sguardo proteso verso il compimento nella Vita eterna. «Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri». Gesù sta per lasciare i suoi e consegna loro la sua ultima eredità spirituale. Li chiama teknía, in greco “figlioletti”, per manifestare quell’intimità che Giovanni certamente ha sperimentato e che ama trasmettere anche a noi, suoi lettori. Gesù sta per lasciarli, ma essi dovranno vivere l’amicizia con Lui e tra di loro attraverso una fede ancora più profonda e l’esercizio concreto del comandamento nuovo: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Non si tratta di amare scimmiottando Gesù, ma di trasmettere il suo stesso amore con fedeltà e purezza: il suo stesso amore sarà causa capace di identificare coloro che lo seguono e che gli appartengono.
Preghiera
Rinnova in me, Signore Gesù, il desiderio di seguire le tue orme e di mettermi anche oggi in ascolto della tua Parola. Insegnami a diffondere tra coloro che incontrerò l’amore con cui mi hai amato totalmente, e fa’ che possa essere riconosciuto tuo discepolo dall’amore con cui servo i fratelli.
Agire
In questa giornata, andrò incontro al prossimo guardandolo con lo sguardo di Cristo, e cercherò di amarlo in gratuità, senza attendermi nulla in cambio.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Nel modo di amare, la nostra identità
Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 13,31-35