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"L'Europa di oggi come l'atea Unione Sovietica". L'accusa del metropolita Hilarion

L’esponente del Patriarcato di Mosca rileva che si sono invertiti i ruoli: l’Occidente un tempo cristiano è oggi secolarizzato, la Russia un tempo atea gode di una rinascita della fede

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I vertici dell’episcopato russo-ortodosso non apprezzano affatto il clima culturale che si respira in Occidente, accusato di aver reciso le radici cristiane cedendo il passo al secolarismo. Lo conferma il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni estere del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, in un’intervista rilasciata al programma “La Chiesa e il mondo” in onda su Rossiya 24.
Egli ritiene “sorprendente” che “in un certo senso le civiltà russa ed europea si siano scambiate i ruoli”. Un tempo – ha ricordato Hilarion – l’Unione Sovietica era la patria dell’ateismo di Stato, mentre l’Occidente era percepito come strettamente legato alla religione cristiana. Oggi tuttavia va registrata un’inversione di tendenza. La fede e la Chiesa rivivono in Russia, alla luce delle nuove chiese costruite e dei monasteri e delle scuole teologiche inaugurati.
Mentre “la religiosità è in diminuzione in Occidente – commenta -, le chiese vengono chiuse, talvolta vendute”. Hilarion rileva che “laicità e ateismo” sono diventati nuove ideologie nell’Europa occidentale. Certo – aggiunge – “la Chiesa non è perseguitata come avveniva qui nel periodo sovietico, quando le chiese venivano distrutte. Ma l’ideologia della moderna Europa laica esclude la Chiesa e la religione dalla sfera pubblica”, in modo da relegarla a un fatto privato che non influenza le attività pubbliche e professionali.
Il Metropolita crede infine che la rinascita religiosa dell’Europa passerà attraverso “un’ubriacatura di libertà, di permissivismo”, che farà capire alla gente dove porta tutto questo e la indurrà quindi a “tornare alle radici cristiane”.

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ZENIT Staff

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