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Chi sono i matti

Con che coraggio diciamo o definiamo matti quelli che salutano il prossimo?! Ecco perchè era giudicato “fuori di sé” quel Gesù venuto dal cielo a “salutare” me e te

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Marto, il direttore d’una casa di cura per ammalati di mente – i matti –, mi invita per la preparazione alla pasqua degli ospiti.
Dopo avermi accompagnato a visitare minuziosamente l’edificio, mi spiega che una ventina sono i sani e una trentina gli ammalati.
Al momento di andare a pranzo, mentre dal giardino ci dirigevamo verso la porta del refettorio, l’amico mi invita ad osservare con lui la fila che si accalcava per entrare.
Primi a passare sono i sani: composti, seri, le facce un po’ preoccupate…non un cenno, non uno sguardo di saluto. Mi spiega il direttore: “questi sono i sani”.
Subito seguono gli ammalati; in fila per modo dire… tutti sorridenti, spensierati, salutando festosamente e agitando le mani con il loro tipico vociare. “Questi sono i matti”, tiene a precisare Marto.
Entrando subito dopo, chiudendo la fila, noi due ci siamo guardati per sottolineare un problema: nessuno dei sani, passando,  ha accennato ad un saluto; tutti gli ammalati invece godevano di poterci salutare sbracciandosi.
-Ma…chi sono i matti?!  Con che coraggio diciamo o definiamo matti quelli che salutano il prossimo?!
-Non penserai che sia del tutto “ragionevole” chi saluta sempre, tutti e comunque.
-Ecco perchè era giudicato “fuori di sé” quel Gesù venuto dal cielo a “salutare” me e te.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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